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611. Francesco Sforza a Ottone da Mandello 1452 agosto 30 apud Quinzanum

Francesco Sforza scrive a Ottone da Mandello di aver inteso quanto gli ha scritto dei fatti di Pavone. Se su questo fronte non si è fatto altro, non deve meravigliarsi, perché di là s'è fatto peggio di quello che han fatto i suoi, specie dopo il conflitto con Guglielmo di Monferrato. Gli fa sapere che vi sono trattative con Guglielmo e domani o dopo si saprà l'esito.

Domino Octoni de Mandello.
Havimo recevuto i vostri brevi et inteso quanto ne haveti scripto circa li facti de Pavone, et cetera. Dicimo che se fin qui non è facto altro, non ve doveti maravegliare, perché li nostri dellà hanno facto molto pegio li facti nostri che non hanno facto li vostri et maxime, da poy lo conflicto dato al signore Guilielmo, che se sonno deportati cossì vilmente. Como se sia, ne certificamo che nuy siamo in certa praticha cum li dicto signore Guilielmo et fra domane et l'altro, sarimo chiari della conclusione o exclusione. Se per caso ha da seguire treuga, tenerimo modo che rehavereti le cose vostre; in caso che habia ad essere guerra, posseti et doveti essere certo che la intentione nostra è et sarà che rehabiate lo vostro per ogni modo, et cum damno de inimici. Siché de questo ve dagate bona voglia et non ne stati in dubio alcuno. Ex nostris felicibus castris ducalibus apud Quinzanum, die xxx augusti 1452.
Persanctes.
Cichus.