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665. Francesco Sforza a Giovanni de Compensio 1452 settembre 12 apud Quinzanum

Francesco Sforza chiede a Giovanni de Compensio di far restituire ad Angelo da Cremona il formaggio, i denari e la roba di cui fu derubato provenendo da Invria. Rifiuta di credere che ciò sia avvenuto con il consenso né del duca di Savoia né dello stesso Giovanni, ribadendo i buoni rapporti con i sudditi sabaudi. In caso però di mancato risarcimento, lo Sforza sarà costretto a provvedere alla indennità del suddetto Angelo.

Domino Iohanni de Compensio.
Angelo, nostro citadino de Cremona, ne ha con querela et lamenta exposto che, venendo luy da Invria, terreno dello illustrissimo signore duca de Savoya, con certa quantità de formagio da condure nelli lochi nostri et in questo nostro exercito, gli è stato trabutato parte del dicto formagio et certi denari, de che ne maravegliamo, né potiamo credere sia de volontà, consientia et intentione dello illustrissimo signore duca de Savoya né della magnificentia vostra, perché nostra intentione et dispositione è comportarne bene et bene vicinare con li homini et subditi del prefato illustrissimo signore, et cossì crediamo sia quella della illustrissima signoria soa et vostra fare verso nuy, homini et subditi nostri. Il che ve confortiamo et pregamo ve piacia fare restituire dinari, formagio, sua robba et cose ad esso nostro citadino, o suo mandato exhibitore presente, et non gli restituendo et faciendo el dovere et fare fare quanto ragione vole ad esso nostro citadino, o suo mandato, ne sarà necesario providere alla soa indemnità. Ex felicibus nostris castris apud Quinzanum, die xii septembris 1452. (a)
Facinus.
Cichus.


(a) A margine: Refecta fuit apud Lenum, xxii septembris.