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1390. Francesco Sforza al referendario di Piacenza 1453 febbraio 13 Milano.

Francesco Sforza scrive al referendario di Piacenza che, nonostante la conferma dei privilegi e le esenzioni per Ventura da Parma e Antonio Balestrazo, suo cognato, occorre che per l'anno passato paghino le imbotate del vino e del fieno che altrimenti graverebbero sulla Camera ducale.

[ 342v] Prudenti viro referendario Placentie.
Scrissemo alli dì passati nostra intentione non essere che ad Ventura da Parma, nostro homo d'arme, né ad Antonio Balestrazo, suo cugnato, fosse corsa alchuno tempo in presentare li soi privilegii et exemptione, come per le dicte lettere debii havere inteso.
Ma perché adesso siamo informati che, dovendo per l'anno passato essere observato li dicti privilegii et exemptione, essendo delivrate le imbottature del vino et feno de quello nostro veschoato per lo dicto anno, ance gli confirmassemo, bisognaria che la Camera nostra pagasse, dovendo esser facto ristoro alli daciari d'esse imbottature, come vole la raxione, nostra intentione è che per el dicto anno debiano pagare et che per l'avenire gli siano servati li dicti privilegii et exemptione. Vogli adonqua ordinare et provedere che, non obstante le dicte lettere, li prenominati Ventura et Antonio satisfaceno ad li suprascripti daciarii per rispecto ad esse imbottature per lo dicto anno, rimosta ogne dificultà, acioché per questo la prefata Camera non ne patischa alchuno danno. Mediolani, die xiii februarii 1453.
Marcus.
Cichus.