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296. Francesco Sforza al Regolatore e ai Maestri delle entrate 1452 dicembre 2 Gambara

Francesco Sforza fa presente al Regolatore e ai Maestri delle entrate di aver preso atto di quanto essi gli hanno scritto circa il non avere le tremila lance se il maestro delle lance non ha cento ducati; somma, dice il duca, che essi devono ricavare dalle entrate del prossimo anno, badando che le lance siano buone. Devono, inoltre, procurare di trovare entro febbraio, a Milano o a Pavia o altrove, quindicimila lance da cavallo e settemila da pede che siano di buona fattura. Gli dicano il numero di quelle che già possiedono, dell'uno e dell'altro tipo, perché anch'esse concorrono a formare il numero di 22000 lance.

[ 135r] Egregio et nobilibus viris dilectis nostris Regulatori et Magistris intratarum.
Havimo veduto quanto ne haveti scripto del facto delle treamillia lanze, quale non podeti havere si non sia proveduto al magistro d'esse lanze de cento ducati, et cetera. Dicemo che ne pare debiati trovare li dicti cento ducati sopra le intrate nostre del'anno avenire et quelli paghare al dicto magistro, havendo advertentia che dicte lanze siano universalmente bone et aventazate. Preterea volimo debiati cum ogni vostra diligentia et sollicitudine servare modo de havere per tutto el mese de februaro proximo che vene quindecemillia lanze da cavallo et setemillia da pede bone in perfectione, quale se habiano ad Mediolano, o ad Pavia per tutto el dicto tempo, ferrate, et restate tutte in puncto, et in questo usati ogni vostro studio che lì ad Mediolano et in ogni altro loco, dove ve parerà, se recapti tutto el dicto numero integramente, advisandone, alla recevuta de questa, quante ve ne trovareti havere tanto da cavallo, quanto da pede, perché tutte quelle ve trovareti havere, intendimo siano del dicto numero delle xxii milia lanze. Et circha ciò fati per modo che non bisogni ve se scriva più. Ex Gambara, ii decembris 1452.
Christoforus.
Triplicata fuit.
FranciscuSfortia manu propria subscripsit.
Iohannes.