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1029. Francesco Sforza ai rettori di Bergamo 1454 marzo 4 Lodi.

Francesco Sforza scrive ai rettori di Bergamo per aver saputo che il famiglio ducale Pasino Vignola, destinato ad essere commissario ad Albino, preso dai soldati, è ora in mano di Bettino da Calcinate e tenuto, contro quel che "ragione et mistiro recercha", "con persone de talya". Si dice stupito, perchè nel passato ciò non é mai avvenuto e mai neppure lui così si comportò con Ludovico Malvezo e con molti altri di quella Signoria. Vogliano, perciò, subito liberare Pasino, che, li riasssicura, é un suo famiglio, "deputato lì per meglio exequire la intentione " ducale ed evitino di dar inizio a una cattiva pratica che lo induca a fare con altri quel che si fa ai suoi. In simile forma fu scritto a Bettino de Calcinate.

[ 275v] Rectoribus Pergami.
Son alchuni dì passati che uno nostro fameglio, dicto Paxino Vignola, qual havevamo deputato comissario ad Albino et per quelli nostri luoci de Bergamasca per quelli soldati son in Pergamo fuy preso, et credendo nuy fusse lassato et liberato, come è consuetudine et usanza deli soldati, et le ragione et mistiro recercha, però non (a) havemo curato nè facto caso alchuno de ciò, al presente che sentiamo esser nostro familio esser in nelle manno dello strenuo Bettino da Calzinate et con esso delIa signoria vostra de Venetia, et tenuto con persone de talya, n'è paruto scrivere aIle magnificentie vostre et con quello maravigliare et dolere che uno nostro fameglio sia detenuto et cossì tractato, perchè non ce pare per el passato sia così usato et costumato nè per nuy sia stato facto questo tractamento ad quelli delIa signoria vostra, come è del spectabile domino Ludovico Malvezo et delli altri asay. Pertanto ve confortamo et pregamo ve piaza fare rellassare et liberare dicto nostro fameglio, et cossì ve recerchamo acciò che bona compagnia se faza, como è usato et la ragione et el mestiero rechiede, et acciò non se dia cagione né prencipio ad nisuna mala usanza che non fuy may nè de nostra intentione, nè de nostro costume, che ad nuy seria fare ad altri como fussi facto ad li nostri, facendove per questa piena fede et chiareza como esso Paxino già più tempo è nostro fameglio et operatolo como nostro fameglio haveriamo deputato Iì per meglio exequire la intentione nostra, como informato del costume nostro et scripto ad lo nostro libro, como Ii altri famegli nostri, et facendo subito leberare et relassare como speramo in Ie magnificentie vostre farano per el debito et per la ragione, lo reputaremo caro et agrato da essa magnificentia vostra per più respecti. Laude, iiii marcii 1454.
Cichus.
Mutatis mutandis in simili forma Bettino de Calzinate.
Cichus.

(a) Segue nui ve hu depennato.