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1257. Francesco Sforza all'oratore veneto Paolo Barbo 1454 aprile 19 Milano.

Francesco Sforza informa l'oratore veneto Paolo Barbo che il Colleoni gli ha mandato a dire dal suo famiglio Ferazino che lui é passato al servizio di Venezia, la quale trattiene per sé le terre che lui teneva. Siccome, però, dette terre sono state da lui affidate a Tiberto, vuole che Barbo gli confermi se le cose stanno così come dice il Colleoni, perché allora rimuoverebbe da là Tiberto e gli altri. Gli faccia avere una risposta tramite il cavallaro ducale. Nel suddetto giorno è stata mandata una copia della soprascritta lettera a Giovanni de Ulexis perché ne solleciti una risposta.

[ 336v] Domino Paulo Barbo, oratori Veneto.
Questa sera n'ha mandato a dire Bartholomeo Coglione per Ferazino, suo fameglio, como é conducto ali servicii dela illustrissima signoria de Venetia, la qual cosa ad nuy piace quando sia in benefitio d'essa illustre signoria; ne manda ancora a dire (a) dicto Bartholomeo como la prefata signoria se tene per ricevute le terre quale luy tene. Et perché da vuy non havemo de ciò advisamento alcuno, et tegnando nuy impazati dellà domino Tiberto et quelle altre terre per cagione de dicte terre de Bartholomeo, perché non vogliando consignarle possiamo provedere ad quanto siamo obligati, ve pregamo ne avisati se cosi é che ve chiamati contento havere recevuto dicte terre, perché provederemo ad removere domino Thiberto et altri et revocarli de qua. Per questo nostro cavallaro aspectiamo adunque la vostra resposta, perché intendiamo quanto habiamo ad fare. Data Mediolani, die xviiii aprilis 1454.
Cichus.
Die supscripto.
Missa est copia supscripte littere domino Iohanni de Ulexis ; et scriptum est ei quod solicitet habere presto responsionem.
Cichus.

(a) Segue como depennato.