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206. Francesco Sforza a Guglielmino Gherindello 1451 febbraio 2 Lodi

Francesco Sforza ordina a Guglielmino Gherindello di rimettere in possesso Giovanni Galeazzo Trotti di tutti i suoi beni.

Gulielmino Gherindello.
Gulielmino, tu sai te havimo dicto et facto dire et scripto più volte che rendesi le possessione ad Iohanne Galeaz Trotto et in questo te haveino persuaso et pregato cum ogni humanità, quantunque al'officio nostro spectava immediate, havuta la possessione de Alexandria et alexandrino, restituire et reintegrare el dicto Iohanne Galeaz in tucti li suoi beni. Ma, perché te havimo havuto sempre a caro et accepto et cossì t'havimo, n'è parso, per farte cosa te piacesse, de havere portato pacientia fin al presente, maxime per li modi che tene verso ti misser Antonio Trotto, li qualli a nui forano molesti, non haverti strecto altramente ala dicta restituzionel, pensando che, havendoti facto dire et dicto humanamente, segondo è dicto de sopra, dovessi da ti stesso (a) intendere che lo dovere et la raxone et la voluntà nostra era che tu facesse dicta restitucione. Pur, non l'havendo facto, ne prendimo admiracione. Confortiamo et te carrichiamo iterum et novo che vogli dicte possessione et beni qualli tene d'esso Iohanne Galeaz assinare et restituire in mano del nostro locotenente de Alexandria in nostro nome. Et, quando haverai facta dicta assignacione et restitucione, pretenderai alcuno dricto o rasone, ne vogli avisare che realmente te farimo ministrare iusticia et rasone, ma fa che de questo non besogna te ne scrivamo più. Laude, ut supra.
Cichus.


(a) Segue dove depennato.