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287. Francesco Sforza ad Antonio Guidoboni 1451 febbraio 11 Lodi

Francesco Sforza richiede da Antonio Guidoboni maggiori notizie da Genova. Vuole si ritrovi con il doge o altri in modo da avere chiara la situazione e possa sapere quanto deve fare.

Antonio Guidobono.
Nuy havimo recevuto da ti molte littere dapoy che tu sei lì ad Zenoa, per le quale siamo ad compimento remasti advisati de quanto tu ne hay scripto dele cose dellà come sonno sequite fin al presente. Et, perché non è sequito altro effecto né conclusione fin qui, ne maravigliamo grandemente et non sapemo imaginare che questo proceda per altra casone se non per non sapere porgere questo facto come se rechiederia overo, porgendose come se rechiede, là non sia inteso aut che quello illustre signor meser lo duse (1) non ne facia altra extima, che per certo non lo possamo credere per modo alcuno, considerato che tucto quello che nuy cerchiamo ello è cossì per ben et commodo dela signoria sua et de quello stato come per lo nostro proprio et ne pare che queste cose se doveriano extimare et ponderare altramente che non se fa. Il perché volimo che ti debbi retrovare cum esso signor messer lo duse et cum chi altri te pareranno expedire et vedi trarne qualche conclusione et effeto, in modo che ne siamo chiari [ 76r] et non siamo tucto el di ad questo, ad ci che possiamo intendere lo facto nostro et sapiamo quello havimo ad fare. Et de quanto tu haveray, fa che subito ne advisi, ad ci che te possiamo respondere et chiarire dela mente nostra. Data Laude, die xi februarii 1451.
Cichus.


(1) Pietro Fregoso.