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507. Francesco Sforza a Giovanni Mauruzzi da Tolentino 1451 marzo 29 Milano

Francesco Sforza ordina a Giovanni Mauruzzi da Tolentino che venga revocato agli ebrei Angelo ed Elia il salvacondotto di cui essi approfittano per rinviare il pagamento dovuto all'ebreo Robino da Casalmaggiore.

Domino Iohanni de Tolentino.
Altra volta per vuy fo concesso ad Angelo et Elya ebrey uno salvoconducto, et poy per noy confirmato, per certa differentia et controversia che loro hanno cum Robino, hebreo da Casalmagiore. Quale Robino per vigore del dicto salvoconducto non pò conseguere il debito suo dali dicti Angelo et Elya, immo loro il menano ala lunga quanto possano per frustarlo et consumarlo in spese, la quale cosa ad noy non pare iusta né rasonevele, ma deshonestissima, che, sotto questo tale salvoconducto, Robino predicto non possa havere lo debito suo. Il perché volimo che, havuta questa, vuy revocati al dicto Angelo et Elya lo dicto salvoconducto, notificandoli che passati gli tre dì del contramando, che se contene in esso salvoconducto se procederà ad quanto lo dovere et rasone vorà contra de loro; et se, per caso, costoro volessino fare el dovere loro a Robino predicto, siamo contenti et volimo che, passati gli dicti tre dì del contramando, vuy gli prolungati il dicto salvoconducto per v altri dì, siché cum contramando venga ad havere octo dì et non più. In caso che loro intendessino de fare como hanno facto fin a qui, volemo non gli prolungati il dicto salvoconducto per li dicti v dì, ma exequeti quanto havimo dicto de sopra, et per vostra littera ne avisareti como havereti facto. Mediolani, xxviiii martii 1451.
Angelus, auditor.