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1256. Francesco Sforza a Ludovico da Bologna 1451 novembre 2 Cremona.

Francesco Sforza scrive a Ludovico da Bologna ribadendo che tutti debbono pagare la quota per i carri, come i soldati obbedire agli ordini. Per fronteggiare la peste comparsa a Pontecurone vuole si diano disposizioni per contrastarla. A proposito dei furti denunciati dall'abbate di San Pietro de Molo, lo avverte dell'arrivo di suo fratello Corrado, per porvi rimedio.

Ludovico de Bononia.
Respondendo ale toe lettere dicemo et, primo, ala parte deli carri, como per altre te havemo scripto, volimo che ogniuno paghi la rata soa, et sia ch'el se voglia; et cossi dicimo del facto deli soldati, che volimo che ogniuno contribuisca ala taxa, segonda l'ordeni et non al loro modo, como per altre nostre debbi havere inteso. Alla parte della peste è incomenzata ad Pontecurone ne rencresce et dicemo che con ogni toa cura, diligentia et solicitudine tu te sforci de meterli et farli metre tali ordini che essa peste habia ad cessare et non cresca più inanti. Alla parte de quelle robbarie se fanno dellà, segondo t'è avisato lo abbà de San Pedro de Molo, non te dicemo altro perché vene in quelle parte Conrado, nostro fratello, quale haverà ad provedere ad tutte queste cose et ad ogni altra cosa mal facta; siché, como serà dellà, lo porray avisare de queste cose, et luy provederà al tucto. Cremone, ii novembris 1451.
Cichus.