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86. Francesco Sforza a Lancillotto da Figino 1451 giugno 22 Milano

Francesco Sforza narra a Lancillotto da Figino la litania delle lamentele fattegli dagli ambasciatori della sua comunità, puntualizzandone le risposte e i provvedimenti opportuni.

Lanzaloto de Figino.
A nome dela comunità, ne hanno facto lamenta d'alcune cose li suoy ambassatori, che sonno qua da nuy. Prima, che non se observano l'ordini nostri circa el facto deli logiamenti; che li soldati nostri non stano ali suoi logiamenti, immo damnezano chi gli pare et non se contentano de quello gli è taxato et ordinato; che se scodeno li dinari et se cometteno dele enormitate asay; che li homini de Vigatuli voleno essere astretti a pagare uno cavallo de uno homo d'arme quale è morto senza defecto d'alcuno d'essi; et che nel facto dele carre, quale deno conduere la calcina a Casalmaiore, tu gravi chi ti pare et non hay inteligencia alcuna cum li Anciani d'essa cità, le quale tute cose havemo maturate molto bene. Et respondendo dicemo: quanto ala prima parte, che nostra intencione è, volimo che in lo facto di logiamenti se observano totalmente l'ordini nostri et che li soldati stiano ali suoi logiamenti ordinati et non diano molestia ali subditi nostri, ma se contentino de quello debbeno havere per la disposicione de nostri ordini. Ala parte che li homini da Vigatuli vogliano essere astrecti al pagare del cavallo morto, volimo habbi advertencia et, non essendo essi stati casone dela morte d'esso cavallo, non intendiamo siano astrecti a pagarlo. Ala parte del carrezo dela calcina, perché verisimilmente tu non poi havere noticia de quello toca a veruno loco de carrichi occurrenti, volimo te intendi cum li Anciani de Parma, qualli sono informati de quello toca a cadauno et segondo el recordo loro provedi che caduno paghi et contribuisca ala rata loro et lo simile volimo se faza in li altri carrichi occorrenti. Et perché siamo etiamdio avisati [ 28v] che tu togli la taxa per xxv cavalli, ce maravigliamo, perché tu say bene questa non è lamenta, però te commandiamo che togli solamente xxv fiorini el mese, como per altra te havemo scripto. Et circa tute le predicte cosse, deportate in modo ch'el para exequisti la mente nostra et non habiamo querella di facti tuoi. Nuy credemo ch'el facto del carrezare la calcina hormay debia havere fine, pur se la cosa andasse in longo, ut pare, faci che li gentilhomini portino la parte sua del carrico. Et questo dicemo perché parmesani se lamentano non poter portare tanta graveza. Mediolani, xxii iunii 1451.
Cichus.