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1886. Francesco Sforza al potestà di Cremona 1452 dicembre 3 Gambara.

Francesco Sforza esprime al potestà di Cremona la sorpresa perchè i senighesi Francesco Deca e Antonio Braca, lì confinati, si muovono a loro piacimento nel Cremonese; inoltre ha saputo quanto Francesco ha detto parlando con il figlio di Antonio della situazione economica e militare del duca. Lo Sforza chiede al potestà che i due confinati siano messi in celle di rigore e non possano parlarsi e che indaghi sulle asserzioni di Francesco e gli riferisca il tutto.

Spectabili viro potestati Cremone nostro dilecto.
Dilecte noster, intendiamo che Francesco Decha et Antonio Bracha, confinati lì, quali sono da Seniga, vanno como alloro pare a solazo per lo Cremonese; della quale multo ne maravigliamo che, essendo confinati debiano andare a solazo. Et più intendimo che dicto Francesco, trovandosi in nel loco de Quistro insieme cum uno Antonio, figliolo del dicto Antonino, hebbe addire, in casa de Antonio Copello, inante che passasse troppo tempo se sintirà de gram cose, zoè, perché nui non havimo dinari et non porrimo vincere, che in fra pochi dì passaremo Oglio. Pertanto volimo che, recevuta [ 444v] questa, forzate mectere in prixione destricti dicti Francisco Decha et Antonio Braga, confinati, l'uno separato dal'altro, che nisi uno gli parli, et che examinati multo bene dicto Francisco, perché ha dicto dicte parole insieme cum dicto Antonio et che cosa gli mossi a dirli; et poi de tucto quello cavarete et trovarete in questo ne avisati, non relaxando però niuno de loro senza nostra licentia. Ex Gambara, die iii decembris 1452.
Bonifacius.
Cichus.