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413. Francesco Sforza a Antonio da Trezzo 1452 aprile 21 Milano.

Francesco Sforza, rispondendo al cancelliere Antonio da Trezzo, gli fa sapere che per il fatto di Lancillotto da Parma ha inviato Antonello da Piacenza che si incontrerà con lui. Si dice contento che Borso d'Este abbia preso ai suoi servizi Alberto da Carpi con 400 cavalli. Per quanto riguarda Giacomo e Marco Pio, vuole che faccia sapere all'Estense che non è in grado di prenderli, "attento le gravissime spese" che ha e "le poche intrate". Che Piero Brimero sia stato liberato e che il re di Aragona l'abbia passato a Venezia, non ci crede e, se anche fosse, "non lassarimo de vincere per luy". Assicura che intende che Giovanni Trombella e Pellegrino Maraldo, verranno contrariamente a quanto precedentemente detto, pagati per il bestiame loro rubato da Bevilacqua.

[ 108v] Egregio canzellario nostro Antonio de Trizio.
Havimo ricevuta tua lettera de dì xiii del presente et inteso quanto scrivi. Respondemo, et primo, al facto de Lanciloto de Parma, non dicemo altro, perché nuy gli havimo mandato messer Antonello da Piacenza como scrive, et ritroverasse con luy al loco dove scrive. Alla parte che quello signore habia tolto alli soy servtii messer Alberto da Carpi cum 400 cavali et cetera, dicemo che ne piace grandemente, et cussì rengratia esso signore da nostra parte de l'adviso ne ha facto di ciò. Ma al facto di Iacomo et de Marco di Pii, dicemo che, ad contemplatione de quelo signore, vorisseno fare magiore cossa che non saria ad condurre dicti Iacomo et Marco, perché, conducendoli, ne cederia ad quelo signore complacentia et ad nuy aconzo et utile, ma, attento le gravissime spese habiamo et poche intrate, non ne saria per modo alcuno possibile ad condurli, et cussì volemo che fazi la scusa nostra con quello signore che la signoria sua pò essere certissima che, havendo nuy el modo, li compiacerissimo de bonissima voglia. Alla parte de l'adviso ne fa quello signore de quanto ha havuto da Vinetia della liberatione de Piero Brimero, quale se dice lo re de Ragona haver donato alla signoria et cetera, dicemo che non ne credimo niente, et quando ben fosse, non ne facemo caso et non lassarimo de vincere per luy. Alla parte de Iohanne del Trombella et Pellegrino Maraldo, per li quali facessimo scrivere ad Parma li fossero pagati li loro bestiame tolti per Bevilacqua et cetera, dicemo che nostra intentione è che omnino siano pagati, et la revocatione che fo facta procedete per errore deli maystri. Ex Mediolano, xxi aprilis 1452.
Cichus.