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697. Francesco Sforza ad Antonio Trecco, tesoriere di Cremona 1452 luglio 20 "apud Trignanum".

Francesco Sforza sollecita Antonio Trecco, tesoriere di Cremona a far avere ad Angelo Lombardo le tremila lire che aspetta, informandolo che ogni ritardo potrebbe comportare perdita di gente e d'altro per un ammontare mon di tremila, ma di oltre trentamila lire. Ha scritto ad Angelo Simonetta di fargli avere i settemila ducati che gli spettano dal duca: mandi a Milano chi glieli possa riscuotere.

Antonio Trecho, thexaurario Cremone.
Perché havimo inteso che quelle gente, quale te advi(s)assimo et drizassimo cum nostre lettere per lo spazo loro non hanno anchora havuto expeditione sopra li dinari, zoè le iii mila libre, quale te scripse Angelo che pagassi, che ne maravigliamo, quantuncha crediamo sia proceduto per lo t(u)o non essere lì, de che ti dicimo, stringimo et caricamo quanto più possimo che vogli, subito alla re(c)euta de questa, dare modo che subito, senza dilatione, dicte gente siano votivamente et cum effecto expedite, perché, havendo dicta expeditione andare alla longa, sarà casone de farve perdere dicte gente et delle altre, che ne saria interresso, non tanto de iii mila libre, ma de più de xxx mila. Siché vogli fare per modo che quilli te havimo mandati, subito recevuta questa senza alchuna exceptione, siano spazati et non manchi. Li ducati vii mila quali die havere da nuy, havimo scripto ad Mediolano ad Angelo che ti li faza dare là, siché poray mandare là et haveragli. Ma se tu facessi may cosa cum celleritade, fa questa, se ami el ben nostro. Data ut supra.
Ser Iohannes.
Cichus.