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917. Francesco Sforza al podestà di Cremona 1452 febbraio 23 Milano

Francesco Sforza informa il podestà di Cremona di avere, per raccomandazione di Francesco Gonzaga, concessa, per la parte della condanna connessa a quanto si conviene alla Camera ducale, la grazia a Zannetto di Cazoni per il furto di favi d'api commesso nella casa di Giovanni Vermato e per porto d'armi. Esorta il podestà a ritrovarsi con i Presidenti agli affari della città per cercare di indurli a concedere essi pure la grazia per quanto si attiene alla comunità cremonese.

Potestati nostro Cremone.
Ad contemplatione del spectabile cavalero dilectissimo nostro miser Francisco da Gonzaga havimo fata gratia a Zanneto di Cazoni quanto specta ala Camera nostra d'ogni condemnatione gli sia fata contra per casone de certo furto de favi d'ape, comesse in casa de Zoanne Vermato e per casone de portatione d'arme e per certa ferita, siché, pertanto, volemo che provede, per essa condemnatione, quanto a quelo se trova spectare a nuy, non li possa may per niuno tempo essere data molestia né impazo alcuno, ma sia revocato [ 154r] ogni novitade gli sia proinde attentata. Circa la parte spectante ala comunità nostra de Cremona vogli essere cum li Presidenti d'essa nostra cità e vedi de indurle a restare contenti che dicta gratia, per la parte dela comunitade, similiter habia effecto, come bene anche nuy gli scrivemo opportune. Data Mediolani, die xxiii februarii 1452.