Banchetto di Erode

Masolino da Panicale; Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta (attribuito)

Banchetto di Erode

Descrizione

Autore: Masolino da Panicale (1383-1440 ca.); Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta (attribuito) (1410-1460)

Cronologia: post 1435

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: intonaco / pittura

Descrizione: Lo spazio pittorico ospita due scene connesse al medesimo episodio: da una parte avviene l'entrata di Salomè nella sala dove il padre Erode sta banchettando, senza che si avverta la presenza di Erodiade; sulla destra, invece, si svolge l'offerta di Salomè alla madre della testa del Battista. Sullo sfondo, nella lontananza del paesaggio montuoso che collega idealmente i due settori della rappresentazione, si assiste al Seppellimento del Battista da parte dei discepoli.

Notizie storico-critiche: Le architetture illusionistiche di questa parete, che tracciano una delle prime rappresentazioni in Italia di piazza chiusa rinascimentale, sono state accuratamente studiate rilevando i segni delle linee di fuga ancora presenti sugli intonaci: ciò ha evidenziato un preciso schema prospettico che governa l'insieme, improntato, per quanto riguarda la scena in esame, a un punto di fuga unico situato al centro della parete. Questo elemento differenzia il ciclo di Castiglione rispetto, per esempio, a quello masoliniano della basilica di San Clemente a Roma, dove le scene sono concepite come singole "scatole prospettiche" distinte l'una dall'altra. La combinazione, nella medesima parete, di episodi distinti ma unificati dalla prospettiva è un segno dell'adesione alle teorie di Leon Battista Alberti, ma al tempo stesso la complessità spaziale suggerisce che Masolino fosse assistito, per quanto riguarda l'intelaiatura architettonica-prospettica, da un altro pittore, probabilmente dal senese Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta che collaborò con lui anche negli affreschi del palazzo del cardinale, sempre a Castiglione Olona. Dal punto di vista stilistico le pitture masoliniane mostrano tutti gli elementi tipici del suo linguaggio, a partire dalle luminose cormie e dalla delicata modulazione chiaroscurale delle figure, che si inseriscono nello spazio in un modo disinvolto, che non tiene per forza conto dei reali parametri proporzionali, per dare invece il massimo risalto all'efficacia narrativa degli eventi che si susseguono.
Difficile stabilire se nella parete, una delle più affollate dell'intero ciclo, siano da riconoscere, come è stato ampiamente e ripetutamente proposto dalla critica, alcuni ritratti: sembra tuttavia improbabile che Branda Castiglione abbia scelto di farsi ritrarre tra i partecipanti del Banchetto di Erode. Più verosimile, invece, che il volto di Erode sia derivato da una moneta antica (un altro volto di profilo è stato invece messo in relazione alla medaglia di Matteo de' Pasti con l'effige di Leon Battista Alberti). Pur mancando ancora elementi probanti occorre specificare che la scena del Banchetto di Erode sembra in ogni caso rimandare a un evento reale, da identificare nelle complesse vicende diplomatico-politiche e religiose susseguitesi intorno al 1430-1435 e che ebbero, tra i suoi protagonisti, il committente della decorazione.

Collocazione

Castiglione Olona, (VA)

Credits

Compilazione: Piazza, Filippo (2016)

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