Transito della Madonna

Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta; Badaloni, Paolo detto Schiavo

Transito della Madonna

Descrizione

Autore: Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta (1410-1460); Badaloni, Paolo detto Schiavo (1397-1478)

Cronologia: ca. 1435 - ante 1439

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: intonaco/ pittura

Descrizione: La decorazione affrescata sulle pareti del presbiterio, al di sotto della celebre volta masoliniana, è suddivisa da finte lesene in cinque campate sormontate da altrettante lunette e inframmezzate da due finestroni e da un oculo centrale. Dal punto di vista iconografico lo spazio è diviso in modo preciso: a sinistra due campate sono dedicate alle storie di San Lorenzo, che comprendono l'Elemosina ai poveri, la Condanna a morte e il Martirio; le due campate dalla parte opposta ospitano invece il racconto delle vicende di Santo Stefano: nella parte alta la Predica alla turba, il Santo davanti al sinedrio, in basso la Condanna, il Martirio e la Sepoltura del martire (con la veduta della città di Gerusalemme). La parete centrale è assai lacunosa, ma c'è da credere che presentasse la raffigurazione della Crocifissione o della Vergine in trono. Nella fascia inferiore del presbiterio si conserva ancora una serie di illusionistiche incrostazioni marmoree entro le quali è dipinto un giovane. Sull'arco trionfale campeggia il Transito della Vergine, scoperto recentemente sotto a uno scialbo.

Notizie storico-critiche: L'esecuzione degli affreschi absidali fu spartita organicamente tra i due collaboratori toscani che affiancarono Masolino in Lombardia, vale a dire il giovane senese Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta e il fiorentino Paolo Badaloni detto Schiavo. Quest'ultimo, dopo aver avviato la decorazione nelle lunette e nelle scene di destra (relative alle Storie di santo Stefano), abbandonò il cantiere di Castiglione Olona nel 1436 (anno in cui è attestato a Firenze, allorchè data un affresco in San Miniato al Monte), consentendo forse al Vecchietta di proseguire l'esecuzione di parte della zona inferiore, in particolare il settore di sinistra relativo alle Storie di san Lorenzo. Se gli interventi di Paolo Schiavo risultano abbastanza individuabili e sono da circoscrivere più che altro alle figure (spesso caratterizzate da moduli piuttosto ripetitivi, che banalizzano la qualità masoliniana manifestata sulla volta), in queste pitture Vecchietta esibì la propria abilità nella resa di arditi scorci prospettici e di fantasiosi scenari architettonici, oggi poco apprezzabili a causa del precario stato di conservazione in cui versano gli intonaci. Rispetto alla rigida divisione operata dalla storiografia, oggi si tende a individuare il contributo di Vecchietta nell'impostazione delle architetture in scorcio (compresa la zoccolatura illusionistica a colonne ioniche e finti marmi, ancora visibile nella parte bassa), oltre che le rocce e i gradoni del settore inferiore delle Storie di santo Stefano; da sciogliere in favore di Vecchietta è anche il dubbio sulla pertinenza della figura a mezzo busto dipinta nella fascia inferiore del coro, considerata in passato un autoritratto del pittore. Dal punto di vista stilistico i colori delicati di Masolino diventano più incisivi e graffianti, segno di un'urgenza espressiva che Vecchietta dimostra anche nelle pitture della cappella di San Martino, eseguite
nel palazzo di Branda, sempre a Castiglione Olona. Quest'ultimo lavoro si data certamente entro il 1439, anno in cui Vecchietta era già rientrato a Siena per attendere agli affreschi dell'ospedale di Santa Maria della Scala. Per quanto riguarda, invece, l'inizio della decorazione non c'è dubbio che nel 1431 le pareti della Collegiata fossero ancora bianche, come le descrisse, durante una visita avvenuta proprio in quell'anno, il vescovo di Pavia Francesco Pizzolpasso, che appuntò la presenza di due arazzi fiamminghi ("panni duo preciosi et eximie dignitatis, advecti ex Flandriae patria"), l'uno raffiigurante il Martirio di san Lorenzo, l'altro il Martirio di santo Stefano, soggetti che, essendo dedicati ai santi titolari della chiesa, vennero mantenuti anche nei successivi affreschi di Vecchietta e Paolo Schiavo. A quest'ultimo è stata recentemente riferita anche la paternità della scena all'esterno dell'arco trionfale del presbiterio.

Collocazione

Castiglione Olona, (VA)

Credits

Compilazione: Piazza, Filippo (2016)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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