Studio per busto entro nicchia e simboli di tipo geroglifico/ Riquadro decorato e simboli di tipo geroglifico

Morgari Giuseppe (attr.)

Studio per busto entro nicchia e simboli di tipo geroglifico/ Riquadro decorato e simboli di tipo geroglifico

Descrizione

Identificazione: SIMBOLI EGIZI

Autore: Morgari Giuseppe (attr.) (1788/ 1847)

Cronologia: ca. 1840 - ca. 1847

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: carta bianca/ inchiostro bruno

Misure: 193 mm. x 275 mm.

Notizie storico-critiche: Il disegno è riferibile probabilmente a Giuseppe Morgari, come attesta pure il confronto con la scrittura (cfr. iscrizione al verso), che appare identica a quella del testo presente nella scheda n. 00642411. Giuseppe, dopo aver studiato a Torino con il Pecheux, si dedicò a temi vari e, per la sua abilità di prospettico e decoratore, venne nominato scenografo di corte. Fu quindi incaricato della direzione della Reale Fabbrica di arazzi del Castello Valentino ed in seguito decorò la volta dello scalone di Palazzo Madama a Torino. Si dedicò spesso alla raffigurazione di animali, come pure a nature morte, fiori e paesaggi, oltre che alle scenografie. La presenza di motivi decorativi egizi nell'ambiente torinese e la loro diffusione nella prima metà dell'800 si deve soprattutto alle campagne napoleoniche condotte tra la fine del '700 e l'inizio del secolo successivo ed all'afflusso di materiali provenienti dall'Egitto; si ripercuote talvolta, seppur raramente in questo periodo (il fenomeno assumerà maggiore consistenza dopo gli anni Quaranta, si veda ad es. il successo di "Mosè e il Faraone" di G. Rossini, dato al Regio nel 1839) anche nell'ambientazione delle opere teatrali, ove spesso veniva lamentata dalla critica più attenta la ricostruzione inesatta dal punto di vista storico degli ambienti: scene in cui comparivano edifici dell'antichità apparivano spesso decorati con motivi che nulla avevano a che fare con quel periodo, secondo una commistione anacronistica di stili ed epoche, che andrà diminuendo durante la piena età romantica. A testimonianza del successo degli ornati egizi in campo decorativo è interessante ricordare che a Torino nel 1820 Giacomo Pregliasco (1759 ca.-1823 post), progettista di teatri e disegnatore dei costumi, ma anche di carrozze e vetture in stile antico, disegnò una carrozza in stile egizio per Maria Cristina, moglie del futuro sovrano Carlo Felice, i cui disegni vennero illustrati in un opuscolo che ebbe una certa diffusione. Non va dimenticato inoltre che in questo periodo veniva pubblicato da Camillo Orcurti (1852) il catalogo delle antichità del museo egizio di Torino dopo l'acquisto, avvenuto nel 1824, della Collezione di antichità egizie di Bernardino Drovetti per volere del sovrano Carlo Felice (cfr. Cultura figurativa..., 1980, pp. 306-18). Lo stesso Pecheux, di cui Giuseppe Morgari fu allievo, rappresentò nell'ambientazione del ritratto della marchesa Gentili di Boccapaduli nel suo gabinetto di storia naturale, vari oggetti egizi che documentano tale moda in ambiente torinese in epoca assai precoce (1776). Interessanti analogie col disegno qui esaminato si riscontrano inoltre con lo studio di Leonardo Marini del 1780 ca. per la Sala Egizia del Casino del marchese di Barolo, conservato alla Biblioteca Reale di Torino e riproposto in occasione della mostra torinese del 1980 (Cultura figurativa... 1980, p. 311). Nel caso del disegno in esame è opportuno notare che, in corrispondenza delle didascalie, compaiono nell'iscrizione al verso del foglio, all'interno del riquadro centrale, i numeri che corrispondono alle tinte da utilizzare per la decorazione; i geroglifici presenti al recto potrebbero essere invece un semplice esercizio o una copia di motivi da utilizzare poi a scopo ornamentale.

Collezione: Collezione di disegni di Riccardo Lampugnani del Museo Poldi Pezzoli

Collocazione

Milano (MI), Museo Poldi Pezzoli

Credits

Compilazione: Ranzi, Anna (2006)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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