San Martino dona parte del mantello ai poveri

Folcini Rosario

San Martino dona parte del mantello ai poveri

Descrizione

Autore: Folcini Rosario (1929-), esecutore

Cronologia: post 1953

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: masonite/ pittura a smalto

Misure: 55 cm x 60 cm (intero); 59,5 cm x 64 cm (cornice)

Descrizione: La tela è quasi completamente occupata dalla figura di San Martino a cavallo ripreso nell'atto di offrire una parte del suo mantello a un povero che, coperto solo da un perizoma e con le scarne costole in evidenza, si trova in piedi di fronte all'animale. Il santo nimbato indossa un abito da guerriero; il braccio destro è alzato e impugna una spada, mentre nella mano sinistra regge il mantello, il cui altro lembo è retto dal mendicante. Lo sfondo è occupato da semplici architetture.

Notizie storico-critiche: Martino nasce intorno al 316/317 a Sabaria, nell'antica Pannonia, e muore a Candes-Saint-Martin l'8 novembre 397. Suo padre è un ufficiale romano ed è per ubbidire a lui che il giovane, all'età di 15 anni, si arruola nell'esercito. Ma questa non è la sua vocazione e, a 18 anni, dopo aver visto in sogno Gesù, lascia le truppe e riceve il battesimo. Da questo momento si dedica a lungo all'evangelizzazione di villaggi fino ad allora rimasti ancora legati al paganesimo. Nel 371 viene eletto vescovo di Tours, città nella quale, qualche anno dopo, fonda un monastero. Insieme a San Silvestro, Martino è il primo santo non martire venerato nella Chiesa latina e il suo culto, iniziato molto presto, ha avuto una rapida diffusione.
La ricchezza dell'iconografia martiniana è proporzionata alla straordinaria venerazione a cui è sottoposto il Santo che, spesso, viene definito il "tredicesimo apostolo". Martino, infatti, per ben tredici secoli, non ha mai perso popolarità, né è diminuita l'umana simpatia che da subito il Santo ha suscitato. Il dipinto oggetto di studio rappresenta una delle più classiche iconografie legate a San Martino: la divisione del mantello. Nonostante la sua vita sia stata costellata di episodi "curiosi" o solenni, infatti, uomini e artisti sono da sempre rimasti fortemente influenzati da questo primo e semplice atto di carità compiuto dall'ancora soldato non battezzato Martino, impegnato, per la sua immediatezza comunicativa, nell'ambito della predicazione popolare. I racconti agiografici narrano che l'episodio della divisione del mantello avvenne in una cupa giornata invernale, mentre il giovane, attraversata a cavallo la porta di Amiens, vede un mendicante mezzo nudo e sfinito per la fame. Non ha nulla con sé ma, nonostante questo, non esita e, afferrata la spada, divide il suo mantello da soldato in due metà: una la dona al mendicante, mentre l'altra la tiene per sé. La notte seguente a Martino appare in sogno Cristo vestito con la parte di mantello che aveva donato al povero; è un segno che il giovane non può non considerare e, dopo poco, infatti, lascia la carriera militare e si fa battezzare. Interessante è notare che l'opera di proprietà dell'Azienda Ospedaliera Ospedale di Crema risenta dell'impostazione iconografica classica e, sebbene non mostri l'esatto momento del taglio del mantello, lasci prefigurare che San Martino divida il telo perpendicolarmente, non ponendo alcuna attenzione ad una più corretta e plausibile ricostruzione storica. Trattandosi di un soldato, infatti, il giovane doveva indossare una clamide, ovvero un mantello militare composto da una tela di lana foderata in pelliccia. È dunque probabile che San Martino non tagliò in due il suo mantello, ma staccò la fodera di pelliccia per donarla al mendicante, trattenendo per sè il telo in lana sul quale erano riportati i fregi propri del suo rango militare.
Il dipinto è opera dell'artista cremasco Rosario Folcini, nato il 6 agosto 1929 e formatosi all'Accademia Carrara di Bergamo, sotto la guida di Achille Funi e Trento Longaretti. Secondo la testimonianza orale del maestro Folcini il dipinto fu eseguito per una mostra di Arte Sacra di Crema e venne, poi, acquistato dall'allora Vescovo Manziana che, probabilmente, lo dona alla Chiesa dell'Ospedale entro il 1975, quando l'opera risulta inventariata tra i beni dell'Ospedale Maggiore di Crema. Stilisticamente Folcini, pur guardando con interesse alla cultura cubista, opera per giustapposizione di macchie geometriche colorate, più che per sintesi visiva.

Collocazione

Provincia di Cremona

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Crema

Credits

Compilazione: Casarin, Renata (2009)

Aggiornamento: Allievi, Valeria (2012); Uva, Cristina (2012)

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