Madonnina

Morellato, Aurelio

Madonnina

Descrizione

Identificazione: Madonna

Autore: Morellato, Aurelio, esecutore

Cronologia: post 1956

Tipologia: pertinenze decorative

Materia e tecnica: intonaco / pittura a fresco

Descrizione: Affresco di piccole dimensioni, non è stato dipinto direttamente sul muro, bensì in studio, usando un supporto rettangolare poi collocato all'interno di una nicchia poco profonda che funge da cornice. Il soggetto è una Madonna velata, ritratta a mezzo busto, che porta la mano destra al petto; quella sinistra è invece esclusa dalla composizione. Il velo è come da tradizione di colore azzurro mentre la veste, che si intravede appena, è rossa: l'abbigliamento, insieme al viso leggermente inclinato e i capelli chiari che fuoriescono dal tessuto rivelano l'essenza terrena e semplice di Maria. Anche l'espressione timida e riflessiva permette di accostare il personaggio più a una popolana che a una Madonna. Il dipinto si presenta in cattivo stato di conservazione, nonostante sia una copia realizzata proprio al fine di proteggere la prima versione dalle intemperie e dal degrado. Si notano infatti diverse cadute di colore, in modo particolare in corrispondenza del velo, che determinano anche una perdita della volumetria.

Notizie storico-critiche: L'opera costituisce una copia eseguita da Aurelio Morellato e tuttora esposta in Piazza Minoia ad Arcumeggia doveva essere il più possibile fedele all'originale di Achille Funi (1890-1972), in modo da non far percepire lo spostamento di quest'ultimo alla Casa del Pittore per motivi conservativi. Lo stile usato da Morellato ricalca dunque quello del grande maestro di origine ferrarese, poi protagonista della scena milanese come fondatore del movimento Nuove Tendenze, membro del Futurismo e poi sostenitore del gruppo di Novecento. L'esperienza di Funi nell'ambito della pittura murale è notevole, se si pensa che fu fra i firmatari del manifesto redatto da Mario Sironi nel 1933 e già nel 1930 partecipò alle decorazioni per la IV Triennale di Monza. Nei tardi anni Trenta il ministro Bottai creò appositamente una cattedra di affresco all'Accademia di Brera perché si dedicasse all'insegnamento. Queste qualità si possono apprezzare relativamente nel lavoro di Arcumeggia per via delle sue piccole dimensioni, determinate forse dalla scelta di ricalcare lo stile delle edicole devozionali popolari. Funi fu uno dei primi artisti a essere chiamato per l'impresa artistica del borgo varesino, ma ebbe diverse incertezze a proposito del soggetto. Optò infine per una Madonna: un ulteriore esemplare da aggiungere alla carrellata di volti femminili della sua produzione, dove però il suo tipico classicismo è ridimensionato in una soluzione più naturalistica e immediata, incline alla semplicità del contesto al cui era destinato. Il naturalismo si nota soprattutto nel gesto quasi nervoso della mano che va a trattenere il velo e nel volto assorto di questa Vergine decisamente terrena.

Collocazione

Provincia di Varese

Credits

Compilazione: Somaschini, Silvia (2014); Uva, Cristina (2014)

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