Ritratto di Simone Pelliccioli

Bonomini, Paolo Maria (attribuito)

Ritratto di Simone Pelliccioli

Descrizione

Autore: Bonomini, Paolo Maria (attribuito) (1703-1779 post)

Cronologia: ca. 1725 - ca. 1730

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 66,5 cm x 77,5 cm (intero)

Descrizione: Ritratto di Simone Pelliccioli con parrucca e veste azzurra. Il soggetto è raffigurato a mezza figura, di tre quarti e tiene la mano sinistra all'interno del lembo della sopravveste.
Il volto severo del personaggio è modellato con graduali trapassi di tonalità calde di colore: la struttura pittorica risulta mossa e vibrante.
Traspare dall'opera un carattere aulico; monumentalità solenne nella resa del soggetto ritratto. L'opera si colloca su un piano di tensione formale e di penetrazione psicologica ben delineata.
Il dipinto è inserito in una semplice cornice in legno modanato e dorato.

Notizie storico-critiche: Paolo Vincenzo Bonomini, figlio di Paolo e Maria Viduali, nacque a Bergamo il 23 gennaio 1757.
II soprannome Bor(r)omini, Boromino, col quale è anche conosciuto, era il cognome del padrino di battesimo, G.B. Borromini: non fu mai sistematicamente adottato dal pittore.
Il padre del Bonomini, Paolo, nato il 26 marzo 1703 da Gerolamo - un violoncellista giunto a Bergamo da Venezia e suonatore nella cappella vescovile - e da Maria Maggiorati, fu anch'egli pittore. Fino ai venti anni fu il migliore e il più caro allievo di Vittore Ghislandi: dopo un corso di nudo e forse un viaggio di perfezionamento a Venezia, divenne l'aiuto e l'imitatore talmente abile del Galgario da confondere gli stessi contemporanei.
Grande diffusione a Bergamo ebbero i suoi ritratti di magistrati veneziani e di autorità locali; il Tassi scrive che dipingeva "con tanta somiglianza del vivo... che di più non si può desiderare, né sperare...". Lo stesso autore riporta una lettera del Quarenghi che dice di aver studiato disegno con Paolo Bonomini e con G. Raggi "i quali in tal tempo erano i migliori Pittori che fossero in Bergamo".
Oggi pressoché ignorato, Paolo Bonomini meriterebbe qualche accurata ricerca locale, anche se per vivere egli si dedicò in parte a lavori di commissione a lui non congeniali, come ci attesta il Tassi e come si può notare nelle due tele in S. Grata con S.Aurelio e S. Anna che istruisce la Vergine. Ma il ritratto di Zenobia Benaglio (Accademia Carrara, n. 46) e quelli di Antonio Bettani (1768), Antonio Bianchi e forse quello di Simone Pelliccioli (propr. Istituti ospitalieri di Bergamo), potrebbero essere il primo nucleo di fruttuose riscoperte.
L'accenno cronologico espresso nel dipinto, il "1739", non si riferisce alla sua esecuzione, ma all'anno di morte dell'effigiato o all'approdo della tela nel nosocomio. Quindi, considerata la stretta aderenza alla grammatica ghislandiana, il ritratto non dovrebbe distare troppo dal periodo di formazione presso il Galgario, concluso intorno al 1723, ma collocarsi nella seconda metà degli anni '20. La stesura, abbastanza compassata sulla veste, si scioglie nella resa del volto con una condotta più mossa, che già prelude agli esiti delle opere successive. Colpisce poi l'espressione lievemente corrucciata dell'effigiato che, non lontana dal Gentiluomo con spada della Carrara, apparenta il dipinto ai più tardi ritratti di Zenobia Benaglio Marenzi e di Filippo Giacomo Solza (Brooklyn Museum, New York), senza dubbio più aggiornati sull'impegno naturalistico del Ceruti.

Collocazione

Provincia di Bergamo

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Papa Giovanni XXIII

Credits

Compilazione: Iorio, Patrizia (2009)

Aggiornamento: Basilico, Andrea (2013); Gigante, Rita (2014)

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