Madre di Dio di Vladimir con le sante martiri Daria e Parasceve

Ilitsch Jaschinov, Alexsader; monogrammista MFK

Madre di Dio di Vladimir con le sante martiri Daria e Parasceve

Descrizione

Autore: Ilitsch Jaschinov, Alexsader (1795/1828), saggiatore; monogrammista MFK (1786/1830), argentiere

Ambito culturale: scuola russa centrale

Cronologia: fine sec. XVIII

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tempera all'uovo su tavola; argento sbalzato e cesellato

Misure: 19.4 cm x 1.9 cm x 20.6 cm

Descrizione: L'icona raffigura Cristo, assorto, che appoggia il suo volto alla gota della Madre, mentre l'abbraccia stretto, cingendole il collo con il braccio sinistro. La Madre,ritratta a mezzo busto, indossa il tradizionale maphorion blu orlato di rosso, con fiore centrale (la Verginità di Maria), mentre il Bimbo ha l'abito di porpora regale. A sx e ad x per chi guarda, in basso, con gli abiti e i simboli che le caratterizzano e con la loro denominazione sopra il nimbo in oro, sono raffigurate le sante martiri Daria e Parasceve.

Notizie storico-critiche: La Vladimirskaja è forse l'icona più celebre e venerata di tutta la Russia. La sua origine è molto lontana e si perde nel corso dei secoli. Proveniente da Bisanzio, opera di un artista greco, forse il celebre Teofane, l'icona miracolosa secondo la chiesa Ortodossa, fu portata nel regno di Kiev. Quando il principe Andrej Bogoljubov decise di spostare la capitale del regno da Kiev a Vladimir, egli la portò con sé da Vyshgorod dov'era conservata. La pose quindi nella appena rinnovata cattedrale della Dormizione di Vladimir e da allora fu nota come la Madonna di Vladimir. Alla morte violenta di Bogoljubov nel 1174 seguì un periodo di confusione politica e di cruenta lotta per il potere. Allora il principe Gleb, che aveva osteggiato l'ascesa al potere del principe Mikhail, portò l'icona nella sua residenza a Rjazan, ma quando il principe Mikhail riguadagnò il regno riportò l'icona a Vladimir. L'immagine sacra sopravvisse a terribili incendi, nel 1185 e nel 1193 sotto il principe Vsevolod III; al terremoto del 1230; alle invasioni tatare del 1238-9. La cattedrale e la sua icona erano meta di pellegrinaggi di gente comune e principi. Nel 1380 le truppe di Dmitrij Donskoj vennero a chiedere protezione alla Vergine prima della vittoriosa battaglia di Kulikovo. Poi lentamente Vladimir iniziò il suo declino in contrapposizione all'ascesa di Mosca e nel 1395 l'icona della Madonna fu portata a Mosca nella cattedrale della Dormizione del Cremlino; al suo posto rimase a Vladimir una copia dipinta dal Metropolita Pietro. Dal 1930 l'immagine è conservata nella Galleria Tretjakov. Dal punto di vista iconografico, è della tipologia "Eleusa" ("della tenerezza"), che costituisce forse la raffigurazione della Madre di Dio più diffusa: infatti innumerevoli riproduzioni di questa icona si trovano nelle chiese e nelle case russe.
La nostra icona, di scuola russa della fine del XVIII secolo, raffigura, su una piccola tavola intera, doppiamente incavata, dipinta a tempera all'uovo più volte ritoccata nei decenni, un momento di profonda tenerezza: Cristo, assorto, appoggia il suo volto alla gota della Madre, mentre l'abbraccia stretto, cingendole il collo con il braccio sinistro; caratteristico è anche il piedino sinistro rovesciato all'indietro nell'impeto dello slancio dell'abbraccio. L'elemento unificatore dell'immagine è reso dalla reciproca protezione: il Bimbo con la destra indica la Madre; la Madre, con la sinistra, indica il Figlio. La Madre,ritratta a mezzo busto, indossa il tradizionale maphorion blu orlato di rosso, con fiore centrale (la Verginità di Maria), mentre il Bimbo ha l'abito di porpora regale.
I tradizionali digrammi Madre di Dio e "Gesù Cristo", denominano Maria e Gesù, mentre nel nimbo crociato e orlato di rosso, di questi si legge la "omega" della scritta " Io sono Colui che sono". A sx e ad x per chi guarda, in basso, con gli abiti e i simboli che le caratterizzano e con la loro denominazione sopra il nimbo in oro, sono raffigurate le sante martiri Daria e Parasceve.
L'icona è ornata da un Oklad in argento sbalzato e cesellato, con punzone di San Pietroburgo 1798 A·J di Alexsader Ilitsch Jaschinov, maestro di saggio attivo a San Pietroburgo dal 1795 al 1828; il monogramma è dell'argentiere MFK, sconosciuto risultante attivo a San Pietroburgo dal 1786 al 1830.

Collezione: Raccolte d'arte della Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi

Collocazione

Chiari (BS), Pinacoteca Repossi

Credits

Compilazione: Gualina, Camilla (2016); Lobefaro, Mariella (2016)

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