Madre di Dio del Segno

Vihljaev, Aleksey; A OP (attr.)

Madre di Dio del Segno

Descrizione

Autore: Vihljaev, Aleksey (1781/1809), saggiatore; A OP (attr.)

Ambito culturale: scuola russa centrale

Cronologia: ultimo quarto sec. XVIII

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tempera all'uovo su tavola; argento sbalzato e cesellato

Misure: 26,5 cm x 3,1 cm x 31,3 cm

Descrizione: La Vergine è rappresentata frontalmente, a mezzo busto, nell'atteggiamento dell'Orante: braccia simmetricamente alzate al cielo, mani aperte, palme rivolte verso l'alto. Davanti a Lei, in un medaglione su fondo d'oro (abraso), sta il Bambino, che con la mano destra benedice con il gesto trinitario e nella mano sinistra tiene un rotolo di pergamena. Due cherubini fanno da corona alla Vergine attorno al nimbo. A sinistra e a destra, in cornice, sono raffigurati due santi che, a causa dell'abrasione del fondo e delle iscrizioni, non si riesce ad identificare.

Notizie storico-critiche: La tipologia detta Madre di Dio del Segno trova la sua origine nelle prime raffigurazioni delle Catacombe, con alcune caratteristiche peculiari: le braccia protese verso l'alto e le palme delle mani aperte, simbolo dell'anima cristiana, che prega e adora Dio. La tipologia, chiamata "l'orante", era già ampiamente rappresentata nella cultura pagana, da cui i cristiani l'hanno mediata, reinterpretandola alla luce della profezia di Isaia 7,14: "Ecco la Vergine concepirà un Figlio che sarà chiamato Emmanuele Dio-con-noi": l'icona è in realtà una visione profetica, un "segno" dell'incarnazione del Verbo. Un'altra interpretazione vuole che la stessa denominazione scaturisca direttamente dalla traduzione del latino signum, termine con il quale si indicavano immagini rotonde e inserite in medaglioni.
Il culto dell'icona "del Segno" si sviluppa in epoca post-costantiniana, a partire da Bisanzio. I missionari bizantini avrebbero portato il prototipo della "Madre del segno" in Russia, ove divenne tra le più venerate: la sua storia è strettamente legata alla storia di Novgorod, una delle prime città dell'antica Rus', che la "Madre del Segno" avrebbe salvaguardato da guerre e pestilenze.
La raffigurazione della nostra icona (ultimo quarto XVIII sec.) è la versione tipicamente russa della Playtera bizantina, evoluta probabilmente nei secoli X-XI.
La Vergine è rappresentata frontalmente, a mezzo busto, nell'atteggiamento dell'Orante: braccia simmetricamente alzate al cielo, mani aperte, palme rivolte verso l'alto ad esprimere attesa e disponibilità. Particolarmente intensa l'espressione del volto di Maria, dall'ovale perfetto e perfettamente delineato: grandi occhi spalancati sull'Infinito; bocca chiusa nel silenzio della contemplazione. Davanti a Lei, in un medaglione su fondo d'oro (abraso), sta il Bambino, che con la mano destra benedice con il gesto trinitario e nella mano sinistra tiene un rotolo di pergamena, simbolo della nuova Legge. È un'Icona dalla definizione pittorica molto raffinata ed elegante, con presenza di lacche e lumeggiature d'oro che rendono il maphorion purpureo della Madonna e la rossa tunica del Bimbo particolarmente luminosi e leggeri. La Madre di Dio ha il vestito blu, che indica la sua natura umana, chiuso ai polsi e al collo da raffinate greche in crisografia. Due cherubini Le fanno da corona attorno al nimbo. la bordura, sottolineata da una linea rossa, ha la fascia interna a foglia d'oro, come l'intero sfondo (purtroppo quasi completamente abraso; si notano ridorature di alcuni particolari; ridipintura della cornicetta). A sinistra e a destra, in cornice, sono raffigurati due santi che, a causa dell'abrasione del fondo e delle iscrizioni, non si riesce ad identificare.
L'icona è impreziosita da una raffinatissima oklad in argento finemente sbalzata e cesellata con applicazione di vetri colorati, che nella loro brillantezza si riflettono sull'icona, illuminandola. Il punzone di Mosca 1790 (A·V) di Aleksey Vihljaev, ufficiale assaggiatore attivo a Mosca dal 1781 al 1809, e le iniziali inscritte in un cuore (A·OP) dell'alderman, non ancora identificato, attivo a Mosca nel 1787, confermano la datazione dell'icona.

Collezione: Raccolte d'arte della Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi

Collocazione

Chiari (BS), Pinacoteca Repossi

Credits

Compilazione: Gualina, Camilla (2016); Lobefaro, Mariella (2016)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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