Madre di Dio del Segno

Myllys, Johann

Madre di Dio del Segno

Descrizione

Autore: Myllys, Johann (1843/1880), argentiere

Ambito culturale: scuola russa di Nev'jansk

Cronologia: inizio sec. XIX

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tempera all'uovo su tavola; argento

Misure: 23,9 cm x 2,9 cm x 27,5 cm

Descrizione: La Vergine è rappresentata frontalmente, a mezzo busto, nell'atteggiamento dell'Orante: braccia simmetricamente alzate al cielo, mani aperte, palme rivolte verso l'alto, quasi a toccare le ali dei cherubini. Davanti a Lei, sul petto, in un medaglione su fondo rosa che diviene più intenso nell'orlo, sta il Bambino (volto da adulto) che, a braccia aperte, benedice con il gesto trinitario sia con la mano destra che con la mano sinistra. Due cherubini, (volto e ali rossi quello a dx di Maria; blu, quello a sx) fanno da corona attorno al nimbo d'oro orlato di rosso della Vergine. In rosso anche i digrammi tradizionali in greco ornato: Madre di dio; nel medaglione i digrammi tradizonali in greco: Gesù Cristo; nel nimbo crociato le lettere greche O ON.

Notizie storico-critiche: La tipologia detta Madre di Dio del Segno trova la sua origine nelle prime raffigurazioni delle Catacombe, con alcune caratteristiche peculiari: le braccia protese verso l'alto e le palme delle mani aperte, simbolo dell'anima cristiana, che prega e adora Dio. La tipologia, chiamata "l'orante", era già ampiamente rappresentata nella cultura pagana, da cui i cristiani l'hanno mediata, reinterpretandola alla luce della profezia di Isaia 7,14: "Ecco la Vergine concepirà un Figlio che sarà chiamato Emmanuele Dio-con-noi": l'icona è in realtà una visione profetica, un "segno" dell'incarnazione del Verbo. Un'altra interpretazione vuole che la stessa denominazione scaturisca direttamente dalla traduzione del latino signum, termine con il quale si indicavano immagini rotonde e inserite in medaglioni.
Il culto dell'icona "del Segno" si sviluppa in epoca post-costantiniana, a partire da Bisanzio. I missionari bizantini avrebbero portato il prototipo della "Madre del segno" in Russia, ove divenne tra le più venerate: la sua storia è strettamente legata alla storia di Novgorod, una delle prime città dell'antica Rus', che la "Madre del Segno" avrebbe salvaguardato da guerre e pestilenze.
La raffigurazione della nostra icona (scuola russa di Nev'jansk., Inizi XIX sec.) è la versione tipicamente russa della Playtera bizantina, evoluta probabilmente nei secoli X-XI. La Vergine è rappresentata frontalmente, a mezzo busto, nell'atteggiamento dell'Orante: braccia simmetricamente alzate al cielo, mani aperte, palme rivolte verso l'alto, quasi a toccare le ali dei cherubini, ad esprimere attesa e disponibilità. Particolarmente intensa, quasi altera, l'espressione del volto di Maria, dall'ovale perfetto e perfettamente delineato: grandi occhi spalancati sull'Infinito; bocca stretta nel silenzio della contemplazione; l'incarnato, scuro da tradizione, è lumeggiato di chiaro intorno alla bocca e nelle arcate sopracciliari e intorno agli occhi, sì da renderli più grandi e profondi. Davanti a Lei, sul petto, in un medaglione su fondo rosa che diviene più intenso nell'orlo, sta il Bambino (volto da adulto) che, a braccia aperte, benedice con il gesto trinitario sia con la mano destra che con la mano sinistra. È un'Icona dalla definizione pittorica molto raffinata ed elegante, con presenza di lacche e lumeggiature d'oro che rendono il maphorion purpureo della Madonna e la rossa tunica del Bimbo particolarmente luminosi. La Madre di Dio ha il vestito blu, che indica la sua natura umana, chiuso ai polsi e al collo da raffinate greche in crisografia. Anche la tunica azzurra del Bambino è riccamente arabescata d'oro. Due cherubini, (volto e ali rossi quello a dx di Maria; blu, quello a sx) fanno da corona attorno al nimbo d'oro orlato di rosso della Vergine. In rosso anche i digrammi tradizionali in greco ornato: Madre di dio; nel medaglione i digrammi tradizonali in greco: Gesù Cristo; nel nimbo crociato le lettere greche O ON. Una cornice con i margini rosso e verde e fascia centrale ocra circonda la scena.
L'Oklad, in metallo (argento?) dorato in tempi recenti, è ricchssima nelle decorazioni cesellate e sbalzate. La mandorla dell'Emanuele è monca. Negli angoli superiori sono applicati i monogrammi tradizionali, in niello provenienti da un'altra riza. L'unico punzone trovato è nell'aureola, che si discosta stilisticamente dal resto della copertura, con iniziali in latino I·M di Johann Myllys, argentiere attivo a San Pietroburgo dal 1843 al 1880.

Collezione: Raccolte d'arte della Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi

Collocazione

Chiari (BS), Pinacoteca Repossi

Credits

Compilazione: Gualina, Camilla (2016); Lobefaro, Mariella (2016)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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