Tre figure (per frontespizio del 31° capitolo della serie IV di "Attraverso gli albi e le cartelle")

Wildt, Adolfo

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Tre figure (per frontespizio del 31° capitolo della serie IV di "Attraverso gli albi e le cartelle")

Descrizione

Autore: Wildt, Adolfo (1868-1931)

Cronologia: ca. 1916

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: carta/ grafite/ penna/ inchiostro di china

Misure: 220 mm x 288 mm

Descrizione: tracce di matita di grafite, penna e inchiostro di china su carta

Notizie storico-critiche: Le opere grafiche di Wildt svolgono un ruolo fondamentale nella produzione dell'artista al punto da poter essere considerate, nella maggior parte dei casi, operazioni autonome parallele alle opere di scultura. In esse Wildt mostra un graffitismo di matrice secessionista che abbandona l'eleganza decorativa in favore di accenti espressionisti. Il disegno a inchiostro di china, conservato presso il Gabinetto di Disegni del Castello Sforzesco, è una delle prime bozze create per la composizione utilizzata da Vittorio Pica, suo grande stimatore, nel frontespizio del saggio I disegni di tre scultori moderni: V. Gemito, C. Meunier, A. Rodin pubblicato nella rubrica "Attraverso gli albi e le cartelle" intorno alla seconda metà degli anni Dieci. Lo stesso soggetto infatti è riprodotto in un altro esemplare, conservato in collezione privata, che riprende la stessa composizione del disegno del Castello, differenziandosi da esso semplicemente per l'aggiunta dei nomi identificativi sopra i personaggi e la scritta in basso alla composizione: DISEGNI DI TRE SCVLTORI MODERNI (GEMITO - MEVNIER - RODIN). Quest'ultimo foglio datato da Paola Mola al 1916 (P. Mola, Adolfo Wildt: 1868-1931, Milano 1989, pp. 111, 179 n. 63; lo stesso foglio è pubblicato in "Wildt. L'anima e le forme" e "Adolfo Wildt, L'ultimo Simbolista") testimonia l'impegno di Wildt nel creare diverse impaginazioni per questo progetto ideativo. Le tre figure, assumono qui eleganti pose anticlassiche e trattengono tra le mani rispettivamente una maschera, la fiamma e un tronco fiorito, simboli della propria virtù ma allo stesso tempo allegorie delle forze e delle insidie del lavoro dello scultore (Dallaj 1991). Così come molte delle opere grafiche dell'artista che caratterizzeranno questo periodo, nel disegno in questione il chiaroscuro è abbandonato in favore di tinte monocrome e linee sottili che determinano una bidimensionalità accentuata dalla sintesi compositiva dei tre personaggi. Dalla lettura del registro di carico, si apprende che il disegno fu venduto, insieme ad altre opere grafiche, dalla Signora Anna Marazzani, vedova Pica, tramite la Galleria Casa d'Artisti, alle raccolte pubbliche milanesi e che tali fogli costituivano "la rimanenza della raccolta di Vittorio Pica, già messa all'asta dall'antiquariato Toscanini e probabilmente ridotta ancora attraverso vendite private."

Collocazione

Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni

Credits

Compilazione: Mascellino, Bruno (2017)

Aggiornamento: Bergamo, Lucia (2018)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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