Veduta delle fondazioni su pali per il ponte di Rimini

Martinelli, Agostino

Veduta delle fondazioni su pali per il ponte di Rimini

Descrizione

Autore: Martinelli, Agostino (m. 1686 (?))

Cronologia: ca. 1680

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: carta/ grafite/ inchiostro a penna

Misure: 408 mm x 277 mm

Descrizione: disegno che conserva tracce della preliminare costruzione a grafite con tiralinee; è eseguito a inchiostro bruno a penna, con tiralinee e a mano libera, in parte anche a grafite; il supporto sul quale è tracciato è carta pesante colore avorio dai margini inferiore e superiore frastagliati e con marginatura a inchiostro bruno tracciata con tiralinee

Notizie storico-critiche: Nell'"Indice de due Tomi d'Intagli Tempietti ed altro", relativo ai tomi V e VI e compilato dal collezionista Giacomo Sardini, il disegno viene iscritto nel paragrafo "Ponte di Rimini" con la definizione "80 Parata di travi per il med[esim]o]".
Il disegno, attribuito da A. Dallaj (2005, 2006) ad Agostino Martinelli, dovrebbe far parte di una serie di rappresentazioni grafiche relative alla riqualificazione da lui attuata del Ponte di Rimini intorno al 1680 e presenti all'interno della Collezione (Milano, Collezione Sardini Martinelli invv. 5,95; 5,96; 5,103; 6,140).
L'autore dell'opera, il sacerdote ferrarese Agostino Martinelli, giurisperito del secolo XVII e professore di "diritto cesareo" al collegio della Sapienza a Roma per volere di Clemente IX, fece parte dell'Accademia dei Virtuosi del Pantheon. Oltre all'attività di architetto (suoi sono un progetto per la chiesa romana de Santa Barbara de' Librai e la consulenza per la sistemazione del giardino dei Ginnetti a Velletri nel 1673), ottenne diversi incarichi per la manutenzione di ponti e fiumi, tra cui il Tevere e fu soprintendente per il Ponte Felice collaborando inizialmente con Carlo Rainaldi.
Il ponte di Rimini, detto di Ottaviano Augusto o di Tiberio, perché dal primo incominciato nel 14 d. C. e dal secondo terminato nel 21 d. C., come ricorda l'iscrizione che corre sui parapetti interni, sorge sopra il fiume Marecchia, anticamente detto Arimino, da cui il nome della città. Il ponte, che crea ancora oggi il collegamento tra la città e il borgo San Giuliano, era il punto di partenza per le vie consolari: la via Emilia tracciata nel 187 a.C. dal console Emilio Lepido, per collegare Rimini a Piacenza e la via Popilia, che raggiungeva Ravenna proseguendo fino ad Aquileia.
Si tratta di un ponte a cinque archi a pieno centro in pietra d'Istria, che poggiano su massicci piloni muniti di speroni frangiflutti ed impostati obliquamente rispetto all'asse del ponte, in modo da assecondare la corrente del fiume riducendone la forza d'urto.
Il suo restauro ad opera di Agostino Martinelli, resosi necessario per il deterioramento di un'arcata, fu attuato per volere del papa Innocenzo XI che permise l'utilizzazione di materiali del "diruto" ponte di S. Vito sul torrente Uso, come si evince dalla descrizione inserita nell'opera "Notitie e delineazione del famoso ponte d'Ottaviano Augusto nella città di Rimini" scritta dal Martinelli nel 1681.
L'identificazione del soggetto di questo disegno si desume solo dall'indice di Sardini, in quanto non esiste alcuna iscrizione in merito e gli elementi che lo compongono oltre a essere rifiniti solo parzialmente a inchiostro e per il resto tratteggiati approssimativamente a grafite, non sono di semplice interpretazione.
Al centro del disegno si individua una costruzione in pali di legno incrociati infissi in un avvallamento tra due sponde scoscese (il greto del fiume ?), ricoperte di vegetazione alla sommità. Sullo sfondo si intravede un corso d'acqua o un bacino, su cui scorre una piccola barca governata da tre rematori. In primo piano è tracciato il terreno e sulla sinistra i tronchi di due alberi inclinati e incrociati, le cui fronde sono accennate a grafite. Da notizie relative ad opere effettuate in tempi recenti in prossimità del ponte, quali la deviazione del Marecchia e i lavori per la predisposizione di un bacino chiuso, si rileva che sono emersi i resti di banchine in pietra a protezione dei fianchi delle testate di sponda. Recenti sondaggi hanno poi rivelato che la struttura del ponte poggia su un funzionale sistema di pali di legno, perfettamente isolati, probabilmente proprio quello indicato nel presente disegno da Agostino Martinelli.

Collocazione

Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni

Credits

Compilazione: Caspani, Licia Anna (2010)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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