Soffitto

Masserani, Pietro (attribuito); Masserani, Francesco (attribuito)

Soffitto

Descrizione

Autore: Masserani, Pietro (attribuito) (notizie 1570 ca.); Masserani, Francesco (attribuito) (notizie 1570 ca.)

Cronologia: ca. 1570

Tipologia: arredi e suppellettili

Materia e tecnica: legno / intaglio

Misure: 476 cm x 733 cm

Descrizione: Entro cornice scandita da rosette, grande specchiatura con poligono a 12 lati al centro decorato con stemma al centro, motivi vegetali, rosette e putti. In prossimità degli angoli, figure allegoriche femminili affiancano due busti di imperatori.

Notizie storico-critiche: Donato al Museo da R. Schnitzler Colonna, il soffitto proviene dal palazzo (posto in via Broletto al numero 20) che il nobile Castopolimio Aliverti aveva acquistato e risistemato nel 1560.
Enrico Mazzola, che per primo studiò il soffitto, lo descrive nel 1896, insieme ad altri due, ancora nella casa di via Broletto, nel frattempo divenuta proprietà del signor Giuseppe Carones. Qui il presente soffitto si trovava collocato nella seconda delle tre stanze del piano terreno prospicienti la corte e il giardino. Tutti e tre i soffitti erano stati eseguiti in legno di larice: quello della prima sala era diviso in dieci grandi scomparti ornati di cornici, mascheroni e mensole intagliate e recava inpressi alcuni motti latini; quello della seconda sala, ora al Museo, era stato concepito, così come noi lo vediamo, con un ampio rosone centrale su cui compaiono lo stemma della famiglia Aliverti e le lettere A, L, C, E che potrebbero sciogliersi, secondo il Mazzola, in Alivertus Castuspolimius Erexit; mentre quello dell'ultima sala aveva intagliato a rilievo, per quasi tutta la lunghezza del soffitto, la figura del dio Marte contornato da otto medaglioni raffiguranti rispettivamente quattro busti di imperatori e quattro di imperatrici. Se per il primo dei citati soffitti si conosce, grazie ad un documento notarile ritrovato da Mazzola, la data di esecuzione, avvenuta tra il 29 maggio 1563 e il 22 aprile 1563, e il nome degli intagliatori, Ambrogio da Elio e Giovanni Pietro Alfieri, per gli altri due si può solo ipotizzare, sulla scorta delle osservazioni del Mazzola stesso, la loro realizzazione intorno al 1570 ad opera dei fratelli Pietro e Francesco (detto anche il Cieco) Messerani. Pietro infatti, prima di diventare intagliatore, era stato al servizo dell'Aliverti come fattore e tutti e due i fratelli compaiono citati nel testamento del patrizio milianese redatto, poco prima la morte di quest'ultimo, il 30 maggio 1582. Bibliografia: Mazzola 1896; Rosa 1963, n. 52.

Collezioni: Collezione dei mobili del Museo delle Arti decorative del Castello Sforzesco, Collezioni delle Civiche Raccolte d'Arte Applicata del Castello Sforzesco

Collocazione

Milano (MI), Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco. Raccolte d'Arte Applicata

Credits

Compilazione: Colle, Enrico (1996)

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