Pugnale

Manifattura berbera

Pugnale

Descrizione

Denominazione: Koummya

Ambito culturale: Manifattura berbera

Cronologia: fine sec. XIX

Tipologia: armi e oggetti storico-militari

Materia e tecnica: acciaio; legno; argento; cotone

Misure: 4,5 cm x 42 cm ; 2,5 cm x 22 cm (lama); 4,5 cm x 29 cm (Fodero)

Descrizione: Pugnale marocchino Koummya con larga impugnatura in legno verniciato di nero, espansa alle estremità, con sorta di cresta sul pomo. Lama di sezione a cuneo, curva, con filo al concavo e profondo sguscio lungo il dorso. Fodero in due parti di legno ricoperte da lamina d'argento lavorata a sbalzo e cesello su tutta la superficie a motivo di tralci floreali e fiori entro cartigli. Fascetta egualmente decorata all'imboccatura che ospita una parte dell'impugnatura; poco più sotto, due grossi anelli in ferro ai quali è attaccato un cordoncino viola; puntale a guglietta sferica.

Notizie storico-critiche: Questa è una rara e interessante variante del koummya (o koummaya) classico, il quale, solitamente, ha il filo sul lato convesso. Il koummya è il pugnale tradizionale delle popolazioni berbere e arabiche del Marocco. Secondo Stone (G. C. Stone, A glossary of the construction, decoration and use of arms and armours; in all countries and in all times, New York, Jack Brussell Publisher, Noble offset printers inc., 1961, pp. 310-314), si tratta di una variante locale dello jambiya arabo, diffuso in tutto il Maghreb (secondo alcuni critici potrebbe avere anche subito l'influenza del pugnale mahratta usato nell'India dei Mughal). Viene portato sul fianco sinistro appeso a una bandoliera, sospeso verticalmente all'altezza del cinturone, con il puntale posto frontalmente e il cordone di traverso che passa sulla spalla, avvolgendo il corpo. Solitamente il pomo è ricoperto sulla cresta da una placca d'argento incollata con resina, qui mancante, che bilancia l'appariscente, sebbene non raffinatissimo fodero e la semplicità dell'impugnatura, sempre liscia e sobria. Probabilmente anche quest'arma ne era provvista e forse era stata pensata anche una fascetta metallica da applicare sull'impugnatura in prossimità dell'attacco della lama, che ora non c'è o che non è mai stata messa.

Riferimenti:
C. Spring, African Arms and Armours, British Museum Press, 1993.
R. Elgood, Arms and Armour of Arabia: in the XVIII - XIX and XX Centuries, Hants, Scolar Press, 1994.
A. Cardelli Antinori, M. Hohenegger (a cura di), Lo Splendore del Guerriero, le armi africane antiche del Museo Pigorini, Roma, Ingegneria per la cultura, 1999.

Collocazione

Milano (MI), Polo Arte Moderna e Contemporanea. Museo delle Culture

Credits

Compilazione: Amadini, Pietro (2002)

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