Arpa arcuata africana

Zande - Mangbetu

Arpa arcuata africana

Descrizione

Ambito culturale: Zande - Mangbetu

Cronologia: - ante 1953

Tipologia: strumenti musicali

Materia e tecnica: pelle di rettile, avorio, nylon, legno

Misure: 88,5 cm (intero); 17 cm x 8,5 cm (cassa); 42,5 cm x Ø 5,3 cm (manico)

Descrizione: KUNDI. Arpa arcuata a cinque corde composta da una cassa di legno a forma di scafo inarcato. La cassa e un breve tratto del manico sono rivestiti interamente da una pelle di serpente cucita nella parte posteriore. La pelle funge anche da piano armonico sul quale sono aperti due fori di risonanza asimmetrici; è sorretta da una traversa lignea che fornisce anche l'attacco per le corde. L'estremità di ciascuna corda va a fissarsi alla traversa attraverso un apposito foro. All'altra estremità le corde si fissano alle caviglie (tre originali d'avorio, due spurie in legno) inserite lungo il manico tutte dalle stesso lato. Le caviglie hanno una testa sferoidale, poi si restringono e si riallargano poco dopo per procedere in forma rastremata verso l'estremità opposta che si inserisce nei fori del manico. Quest'ultimo è di avorio, ricavato da una zanna, si innesta nella cassa e nella parte terminale è scolpito a forma di testa umana con la tipica acconciatura della cultura Mangbetu.

Notizie storico-critiche: Tra le celebrate arpe dell'area del Congo nord-orientale e del Sudan meridionale, tra le quali quelle Mangbetu occupano un posto di rilievo, gli strumenti con manico di avorio e la membrana che ricopre la cassa ricavata da pelle di rettile costituiscono un gruppo tipologico a sé: se ne conosce infatti un numero piuttosto notevole nei musei europei, anche se la loro preszenza è percentualmente minoritaria in tutte le raccolte; non si può dire invece che esse abbiano avuto importanti riscontri nell'indagine sul campo. Da ciò si può inferire che si possa trattare di arpe realizzate appositamente per essere cedute agli occidentali, con un gusto decorativo esasperato e uso di materiali "di pregio". Ciò non significa che siano propriamente dei falsi, tuttavia la valutazione della loro originalità culturale deve tener conto, soprattutto in rapporto con le arpe effettivamente usate dai cantori e dai poeti, di questa probabile origine determinata da una domanda esterna.

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