Vaso

manifattura giapponese

Vaso

Descrizione

Identificazione: cortigiane e attendenti

Ambito culturale: manifattura giapponese

Cronologia: ca. 1675 - ca. 1699

Tipologia: ceramiche e porcellane

Materia e tecnica: porcellana/ pittura; porcellana/ invetriatura; porcellana/ doratura

Misure: 58,5 cm (H escluso coperchio)

Descrizione: Grande vaso a sezione circolare con spalla bombata, collo cilindrico e coperchio a calotta sormontato da presa a forma di "leone cinese" (karashishi) a tutto tondo. La decorazione, dipinta a smalti blu, nero e rosso, ai quali si aggiungono diffuse stesure di oro (applicato al di sopra dell'invetriatura trasparente) si compone di un tappeto di motivi geometrici e floreali, sul quale sono riservate, nella zona compresa tra la base e l'attacco della spalla, quattro grandi cartigli dal contorno lobato, all'interno di ognuno dei quali è una scena con figure di cortigiane con attendenti.

Notizie storico-critiche: Lo stile della decorazione di questo vaso è noto come nishiki, "a broccato", per mettere in evidenza la sua ricchezza, simile per l'appunto a quella di un tessuto. Le figure femminili, invece, mostrano caratteri stilistici vicini alla pittura di artisti quali Hishikawa Moronobu (?-1692), affiliato al genere dell'Ukiyo-e, la "pittura del mondo fluttuante".
Questo vaso è un tipico esemplare di quella produzione ceramica nota come "Imari", dal nome del porto nei pressi di Nagasaki (isola di Kyushu) dal quale salpavano le navi cariche di questo vasellame alla volta dell'Europa. Questi prodotti erano infatti esclusivamente destinati all'esportazione verso l'Occidente, apprezzati nelle corti di tutta Europa fin dalla metà del Seicento per la loro esuberanza decorativa, vicina al ridondante gusto Barocco. Zona di produzione di questi oggetti era Arita, cittadina anch'essa non lontana da Nagasaki, nella quale erano ubicate sia le cave di caolino, sia le fornaci. Il successo di questa porcellana giapponese fu determinato da vari fattori, non da ultimo il contemporaneo drastico calo della produzione cinese delle fornaci di Jingdezhen durante il cosiddetto periodo di Transizione (1620-1683), causato dai continui tumulti di successione tra la dinastia Ming (1368-1644) e la dinastia Qing (1644-1911). Il commercio di queste porcellane giapponesi era gestito in toto dai mercanti della Compagnia delle Indie Orientali Olandese, unici occidentali ai quali lo shogunato Tokugawa consentiva un certo numero di traffici. Ancora oggi i palazzi reali europei, e anche quelli italiani, conservano un grande numero di queste porcellane. Vasi come questo del Museo milanese facevano generalmente parte di un set di tre, cinque o sette esemplari analoghi per decorazione, che si era soliti sistemare sulle assi dei grandi camini delle residenze in inverno, oppure all'interno degli stessi in estate: per questa ragione tali completi sono noti anche come guarniture de cheminée.

Collocazione

Milano (MI), Polo Arte Moderna e Contemporanea. Museo delle Culture

Credits

Compilazione: Morena, F. (2009)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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