Attesa

Gorni, Giuseppe

Attesa

Descrizione

Autore: Gorni, Giuseppe (1894-1975)

Cronologia: 1945

Tipologia: scultura

Materia e tecnica: terra cotta

Misure: 30 cm. x 15 cm. x 21 cm.

Descrizione: due donne, di cui una con un bambino in braccio, sedute a terra l'una appoggiata all'altra. firma e data in basso sul retro.

Notizie storico-critiche: I soggetti dello scultore mantovano sorgono dalla memoria viva dei luoghi e della gente della sua campagna, dove i contadini curvi sul lavoro o seduti a riposo hanno le stesse forme di tronchi d'albero dalla corteccia dura e rugosa, carica di luce e fasciata d`ombra. Gorni non rappresenta situazioni di guerra pur avendole vissute in prima persona ma cerca nel passato la via di fuga a tanta angoscia. Le sue opere sono intrise di una pesantezza psicologica che non è più semplicemente dell'artista ma dell'intero cosmo; le sagome raffigurate dentro ampi e grevi scialli non stanno riposando bensì sono in attesa, condizione logorante tutt'altro che distensiva, caricata nella sua intensità dalla modellazione palpitante e ondulatoria dell'argilla che annulla la nitidezza dei contorni. La superficie delle terrecotte viene graffiata da profondi segni, a volte brevi e vicini, altre lunghi e distanziati nel seguire il profilo delle sagome: la patinatura della creta sulle marcate cavità delle figure in attesa conferisce all'opera uno stato di inquietudine, nonostante l'evidente staticità della posizione, mentre nel secondo caso, parlando dell'opera presentata col medesimo titolo, il segno crea movimento rivelando il turbamento del soggetto rappresentato.
È in questa stagione che si assiste alla presa di coscienza, da parte dell'artista mantovano, della forma come imprescindibile mezzo per raggiungere l'essenza delle cose, al di là della loro semplice rappresentazione e oltre ogni precostituita ideologia. Le figure sono potentemente saldate a terra, incedono con passo pesante cariche dello scialle come una coltre di nebbia che rende ogni condizione umana simile a tutte le altre; per questo non è importante conoscere il volto della Donna con scialle ma è significativa l'increspatura del suo mantello che la mantiene saldata al suolo.
Gli esiti stilistici delle sculture di Gorni, legate alla fase del secondo dopoguerra, dal punto di vista formale sono molto vicini alle coeve sperimentazioni di Martini o di Moore, ma Giò Ponti sottolinea che 'questi pezzi di Gorni, ove la terracotta è usata come un foglio di pasta, sono l'esempio originale di una scultura in negativo: l'incavo, altra cosa che il mooriano buco, nelle forme più semplici e più completamente vuote, ottiene un effetto sorprendente' (Volumi vuoti, terracotte di Giuseppe Gorni, in Domus, n. 258, maggio, 1951). La soluzione alla quale giunge Gorni nelle sue sculture è assolutamente distante dai risultati di questi artisti per ciò che concerne gli intenti contenutistici, poiché dalle opere del mantovano scaturisce la forte espressività di un'indole introversa e riflessiva. Busto di donna può essere l'esempio probante di questa tangibilità formale: esteriormente vicina alle ricerche plastiche che seguono le dichiarazioni di morte della scultura, il busto è formato da un ovale incavo inclinato dove al centro spunta una protuberanza verticale che si conclude con un leggero arco a marcare il sopracciglio del volto, il quale è appoggiato ai seni creati da due sporgenze ellittiche cave e alle spalle informi della donna. Questi gli esiti più estremi della ricerca plastica di Gorni degli anni '40 e '50, quando si trova ad affrontare la stagione del Realismo, che per il nostro significa soltanto la partecipazione al Premio Suzzara.
Tratto dagli apparati a cura di Paola Boccaletti nel catalgo del Museo diffuso G. Gorni, 2006.

Collocazione

Provincia di Mantova

Credits

Compilazione: Boccaletti, Paola (2011)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).