Francesco Levati

De Notaris Carlo

Francesco Levati

Descrizione

Identificazione: Ritratto di Francesco Levati

Autore: De Notaris Carlo (Milano, 1812-1888)

Cronologia: 1880

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 46 cm x 61 cm

Descrizione: ritratto a mezzo busto di profilo su fondo unito

Notizie storico-critiche: L'etichetta commemorativa posta sul retro del ritratto dichiara che l'effigiato è Francesco Levati di Monza, scomparso il 13 gennaio 1879.
La fascia bruna dipinta sul davanti in basso doveva accogliere l'iscrizione commemorativa, ma non è mai stata completata e potrebbe essere stata inserita in un secondo tempo: per questo si pensa che il ritratto appartenesse alla famiglia del benefattore e che fosse giunto nella Quadreria ospedaliera al seguito di un lascito.
Con suo testamento datato 23 settembre 1874 Francesco Levati stabilì quanto segue: "nomino erede della legittima il mio figlio Luigi, ed eredi in parti uguali il suddetto mio figlio e la dilettissima mia moglie Marietta Biffi [...] lascio alla Casa di Ricovero una piazza preferibilmente ai terrieri di Lissone per una volta tanto"(ASCRIMz 26/2, n. rep. 6975/35).
Nella Quietanza di pagamento stipulata il 22 gennaio 1880 tra la Congregazione di Carità di Monza e gli eredi del Levati si rende noto che "il sig. Francesco Levati del vivente sig. Luigi [...] istituì erede il proprio figlio sig. Luigi e la propria moglie sig. Marietta Biffi, coll'onere del legato di una piazza alla perpetuità preferibilmente ai terrieri di Lissone nella Casa di Ricovero in Monza, amministrata dalla locale Congregazione di Carità, la quale deliberò l'accettazione del detto legato [...] avendo la signora Maria Biffi effettuato il pagamento del legato della somma di lire 7000, richiesta per l'istituzione di detta piazza" (ASCRIMz 26/2, n. rep. 7677/43).
Dopo l'Unità d'Italia le donazioni pervenivano alla Congregazione di Carità voluta dal governo sabaudo per gestire l'amministrazione di tutto il settore assistenziale, compresa la Pia Casa di Ricovero e Industria, fondata in Monza nel 1831 per ricoverare i vecchi inabili e fornire lavoro ai poveri disoccupati della città. Questo giustifica l'inserimento del ritratto nell'inventario dell'Ospedale Umberto I, come fu denominato l'ente nel 1896, dopo il trasferimento dalla vecchia sede di Piazza Isola all'edificio di Via Solferino (Colombo 2002, p. 39).
L'effigie del defunto Francesco Levati fu commissionata al pittore milanese Carlo De Notaris il 24 agosto 1880, quando la Congregazione di Carità ricevette dalla famiglia la fotografia del benefattore, da somministrarsi all'artista, "affinché ne lo riproduca su quadro nelle dimensioni le più piccole di cui le fu dato nota, da esporsi nello Stabilimento della Pia Casa di Ricovero e Industria" (ASCRIMz 26/2, 841).
Impegnato in altri incarichi, il De Notaris non poté eseguire l'opera prima del 27 dicembre successivo, quando consegnò il ritratto del Levati alla Congregazione di Carità, richiedendo il compenso di 100 lire (ASCRIMz 26/2, 1231).
Il soggetto è ripreso a mezzo busto di profilo su fondo unito. La ripresa di profilo è una tipologia che compare raramente tra le effigi del San Gerardo, a conferma della commissione, privata del ritratto. La fisionomia del ritrattato è fortemente caratterizzata da un'estesa calvizie e da un lungo pizzetto appuntito sul mento, mentre lo sguardo leggermente accigliato e malinconico traduce l'intento introspettivo della ripresa.
Dal punto di vista del costume osserviamo che l'uomo indossa una giacca verde su un'elegante camicia dai bottoni dorati col collo fermato da un cravattino bianco.
Dai documenti archivistici rinvenuti sappiamo che il padre di Francesco Levati si chiamava Luigi ed era ancora vivente all'epoca della morte del figlio (1879); potrebbe trattarsi del benefattore rappresentato nell'effigie presente in Quadreria all'INV. N. 131815, scomparso nel giugno 1884.
La vedova di Francesco Levati, Maria Biffi era figlia di Luigi Biffi, già benefattore dei pii stabilimenti cittadini (in Quadreria sono presenti due suoi ritratti ai INV. N. 131964 e 131995). Dopo la morte del marito la donna fece voto di castità e mise sé stessa e le proprie ricchezze a beneficio degli ammalati, tanto da meritarsi il titolo di "Serva dei Poveri". Nel 1891, insieme con don Luigi Talamoni, fondò la Congregazione delle Misericordie, confraternita di suore dedite alla cura degli infermi. Per un tributo di gratitudine, nel 1992 il Comune di Monza dedicò una via cittadina alla memoria di Biffi Maria vedova Levati (Chichi 2008, p. 34).

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

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