Maria Romorini ved. Mariani

Bianchi Rino

Maria Romorini ved. Mariani

Descrizione

Identificazione: Ritratto di Maria Romorini ved. Mariani

Autore: Bianchi Rino (Monza, 1884-1968)

Cronologia: 1935

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 73 cm x 92,5 cm

Descrizione: ritratto a mezza figura ambientato

Notizie storico-critiche: Maria Romorini ved. Mariani morì il 1 dicembre 1934 all'età di 87 anni. La vedova figura tra i benefattori dell'Ospedale, essendo il suo nome inciso sulla lapide commemorativa posta all'ingresso dell'edificio di via Solferino. La presenza dell'iscrizione sul davanti del ritratto testimonia che l'opera fu eseguita a posteriori in forma gratulatoria.
Con testamento datato 25 novembre 1933, rogato 6 dicembre 1934 dal notaio Emilio Anderloni di Milano, Marianna Teodolinda Romorini lega "alla Congregazione di Carità di Monza Lire Duecentocinquantamila per un Padiglione nell'Ospedale Umberto I al nome del Dottor Giuseppe Mariani Medico Chirurgo di Monza" nonché "Lire Ventimila all'Orfanotrofio Femminile di Monza Opera Pia Bellani, Lire 15.000 alla Superiore in carica dell'istituto Buon Pastore di Monza" e "Lire Cinquemila agli Asili Infantili di Carità Umberto e Margherita di Monza" (ADHSG 39/9, n. rep.12921/12922).
La benefattrice era figlia di Antonio Romorini e Giovanna Panceri (già benefattrice dell'ospedale, vedi N. INV. 131744), vedova di Napoleone Mariani e madre del già citato Giuseppe Mariani, nonché dell'avvocato Aristo Mariani (N. INV. 131994), che figura tra i benefattori insieme con la moglie, Giuseppina Sanquirico (N. INV. 131894).
Già nel marzo 1935 il presidente della Congregazione di Carità, Vincenzo Brigatti, teneva corrispondenza con i familiari della defunta e con il pittore Rino Bianchi in merito all'esecuzione del ritratto della benefattrice, che venne realizzato nello stesso anno, insieme con quello del defunto Gaetano Radaelli (INV. N. 131902), per la somma complessiva di Lire 2.000 (ADHSG 39/9, 906, 1028 e 1112).
Questi documenti ci informano che, in quegli anni, la Congregazione di Carità di Monza stanziava, da consuetudine, 400 lire come "compenso da corrispondere ai pittori per la fattura dei quadri dei benefattori" e che, se possibile, preferiva riferirsi ad artisti indicati dalla famiglia del munifico defunto. In questa occasione il pittore interpellato su indicazione dei familiari, Rino Bianchi, fece richiesta di una retribuzione superiore alla somma solitamente stanziata e il presidente Brigatti dovette rivolgersi ai parenti della Romorini perché la potessero contribuire al pagamento, integrando la somma. Quale fosse stato il compenso previsto per il solo ritratto della benefattrice non ci è dato di sapere, essendo stato concordato un prezzo di 2.000 lire, compreso anche il ritratto del Radaelli, di formato inferiore quindi verosimilmente meno costoso.
E' raffigurata un'anziana signora dall'aspetto delicato, che siede su una seggiola in leggero tre quarti, con le mani in grembo per trattenere la stola che viene indossata su un elegante soprabito grigio. I particolari del vestiario sono descritti con tratti veloci e sommari, toccati da una luce fredda che proviene da sinistra. Il muro alle spalle dell'effigiata suggerisce l'ambientazione in un interno, che è mantenuto volutamente spoglio e disadorno per concentrare l'attenzione sul viso dell'anziana, profuso di un'umanità lieve e gentile.
Il ritratto costituisce una delle opere più recenti della collezione ospedaliera, il secondo dei due eseguiti dal pittore Rino Bianchi (v. ritratto di Gaetano Radaelli INV. N. 131902) chiamato a completare l'esigua serie di effigi riferibili al periodo compreso tra le due guerre, prima che si esaurisse la consuetudine dei Luoghi Pii monzesi di onorare con un ritratto gratulatorio la memoria dei benefattori.

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

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