Felicita Merini ved. Pier d'Houy

Borsa Emilio

Felicita Merini ved. Pier d'Houy

Descrizione

Identificazione: Ritratto di Felicita Merini ved. Pier d'Houy

Autore: Borsa Emilio (Milano, 1857 - Monza, 1931)

Cronologia: 1902

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 69.5 cm x 89.5 cm

Descrizione: ritratto a busto intero

Notizie storico-critiche: Felicita Merini vedova Pier d'Houy, nacque il 31 dicembre 1832 da Giovanni Bernardo, un commerciante di panni e tappeti, e morì a Pallanza il 5 maggio 1901. Nel suo testamento olografo datato il 10 maggio 1901, dispose un legato di 150.000 lire a favore dell'Ospedale Maggiore di Milano nonché altri numerosi legati a persone e istituzioni, tra i quali è annoverato anche l'Ospedale Umberto I di Monza. Il nome della vedova Pier d'Houy figura infatti tra quelli dei benefattori dell'Ospedale, inciso sulla lapide commemorativa posta all'ingresso dell'edificio di via Solferino.
Il marito della benefattrice, il nobile Leopoldo Pier d'Houy, cavaliere dell'Ordine Mauriziano, era morto il 7 luglio 1888 nella sua villa in Monza, dove la coppia risiedeva nella stagione estiva; oltre a beneficare diversi enti assistenziali di Milano e provincia, il Pier d'Houy dispose un lascito per l'Asilo Infantile Umberto I di Monza. Solo dieci giorni dopo la scomparsa del coniuge, la vedova desiderò elargire 1.000 lire a favore della Congregazione di Carità, facendosi "interprete del desiderio del defunto di lei marito Cav. Leopoldo Pierd'Houy" (ASCRIMz 26/9, 882).
I coniugi Pier d'Houy avevano già beneficato l'Ospedale Maggiore di Milano nel 1886, anno in cui l'unico figlio della coppia, il dottor oculista Augusto, morì di tifo all'età di 34 anni (Cassinelli 2009, pp. 140-145).
Il ritratto della benefattrice che si conserva presso la Quadreria dell'Ospedale è opera del pittore Emilio Borsa, nipote di Mosè Bianchi, firmato e datato 1902. L'effigie appare un po' affrettata nell'esecuzione e poco curato nella resa introspettiva, limiti forse dovuti all'esecuzione a posteriori. La ritrattata è colta secondo il taglio tipico delle riprese fotografiche, seduta di tre quarti su una poltroncina mentre guarda lo spettatore, in un interno che l'autore spoglia di ogni connotazione ambientale. Abbandonata ogni frivolezza, la donna indossa un sobrio completo a giacca nero, in conformità alla sua condizione vedovile.
Sul rovescio del dipinto si conserva una traccia dell'etichetta dell'inventario che l'Ospedale Umberto I stilò nel 1938, dopo la soppressione della Congregazione di Carità, l'ente che fin dai tempi dell'Unità aveva gestito l'amministrazione dei Luoghi Pii monzesi (Colombo 2002, pp. 39, 60, 76, 186 e ss.).
Dal catalogo "I benefattori dell'Ospedale Maggiore di Milano. Storia, arte, memoria", sappiamo che le effigi di Leopoldo e Augusto Pier d'Houy e di Felicita Merini sono presenti nella Quadreria dei benefattori dell'ospedale milanese, ad opera di Giovanni Beltrami, mentre presso l'Istituto di Assistenza ai minori e agli anziani di Milano si conserva un ritratto rappresentante Leopoldo, eseguito da Emilio Borsa, che potrebbe qualificarsi - almeno stilisticamente - come pendant del nostro (Cassinelli 2009, pp. 140-145).

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

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