Teoria dei mesi e Anno

bottega lombarda

Teoria dei mesi e Anno

Descrizione

Identificazione: Mesi e Anno

Ambito culturale: bottega lombarda

Cronologia: post 1110 - ante 1124

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: marmo; porfido

Misure: 472 cm x 380 cm

Descrizione: In una fascia orizzontale, la teoria dei Mesi e al centro l'Anno, seduto in trono, raffigurato in veste di sovrano, coronato, con scettro e globo tra le mani. I singoli Mesi, personificati, identificati da iscrizioni verticali e ospitati sotto piccole arcate rette da colonnine con capitelli a doppia foglia, sono rappresentati nell'atto di compiere i lavori agricoli stagionali, con gli emblemi propri: Gennaio (lacerto), un vecchio che si scalda le mani al fuoco; Febbraio fa la punta ad un paletto con l'accetta, preparandosi all'arrivo della primavera; Marzo con i capelli ritti in piedi suona due corni simmetrici dai quali escono i venti; Aprile tiene nelle mani due mazzi di fiori simmetrici; Maggio falcia l'erba; Giugno con due rami simmetrici di ciliegie, speculare ad Aprile; Luglio miete le spighe di frumento con il falcetto; Agosto (lacerto) fabbrica una botte. I personaggi sono compresi entro una fascia nastriforme con doppia greca a meandri intervallata da tre riquadri con raffigurazioni di animali: un cane e due volatili, di cui uno tiene nel becco un ramoscello. Quindi inferiormente una porzione degli undici cerchi concentrici del grande Labirinto e in angolo figure fantastiche: una capra a cavallo di un lupo e a destra un uomo nudo con un bastone a cavallo di un palmipede.

Notizie storico-critiche: Nel 1330 circa il pavese Opicino de Canistris (1296 ca. - 1336) nel "Liber de laudibus Civitatis Ticinensis" attesta la presenza, in molte chiese cittadine, di numerosi mosaici pavimentali policromi figurati, accompagnati da didascalie, di incredibile bellezza e loda in particolare quello conservato nella basilica di S.Michele, definendolo "incredibili et admirabili pulchritudine decoratur" e considerandolo una delle maggiori attrazioni di Pavia. Città che era stata uno dei centri più importanti di produzione di tali manufatti nell'Europa romanica. Infatti un ampio mosaico pavimentale istoriato policromo, che occupava in origine l'intero presbiterio sviluppando un complesso e ambizioso programma iconografico, è pervenuto a noi in forma frammentari in due momenti diversi nel 1863 e nel 1972 in occasione di restauri.Il prezioso mosaico pavimentale è mutilo da prima del 1580-1590, cioè da quando l'altare marmoreo del 1383 viene spostato dalla collocazione originaria, più arretrata verso l'abside, in avanti venendo a coprire parte del litostrato pavimentale, alcuni Mesi e una porzione del Labirinto.
Importanti frammenti del mosaico tornano alla luce nel 1863 durante la ricognizione delle reliquie dell'altare maggiore, altare che verrà quindi riposizionato, più arretrato, in modo da lasciare parzialmente visibile il litostrato (l'Anno e i mesi di Aprile, Maggio, Marzo, porzione superiore del Labirinto e due animali angolari) mentre altri frammenti, provenienti da vari punti del presbiterio, vengono collocati anteriormente in prossimità della balaustra, sostituita in seguito con transenne recenti. L'ing. Siro Dell'Acqua fornisce un calco dettagliato delle parti ritrovate, in misura reale (si tratta di fogli di velina, colorati e montati su carta) che viene inviato all'Exposition Universelle di Parigi del 1867, infatti inizia anche in Italia il profondo interesse, già presente in Francia, per l'arte medievale (testimoniato anche dal proficuo rapporto tra Peroni e De Dartein). Molto utile una preziosa incisione pubblicata nel 1699, nel secondo volume dei "Vetera Monimenta" dell'erudito Giovanni Ciampini, per sostenere l'ipotesi di una fondazione costantiniana della basilica di S. Michele, che ripropone una porzione persa di questo complesso litostrato presbiteriale, la metà inferiore (con parte del Labirinto, il tondo centrale con Teseo e il Minotauro, due raffigurazioni angolari con un drago ed un cavallo alato, in basso a sinistra Davide e Golia e a destra una marina con un pesce) corredata da una dettagliata descrizione. L'autore aveva ricevuto il disegno dal religioso Francesco Bellisomi, che a sua volta l'aveva ottenuto da don Marcellino, rettore di S.Nicolò della Moneta. Ancora più interessante, ai fini della restituzione dell'originaria iconografia del mosaico, risulta essere un disegno, più antico e più completo di quello del Ciampini, conservato nel codice Barberiniano Lat. 4426 della Biblioteca Vaticana, oggi non più reperibile, ma citato da Muntz nel 1883, che riproduce il mosaico quasi integralmente, segnalando anche la presenza di un altare. Lo studioso assegna il disegno al XVII secolo e lo riferisce conservato nei fondi della Biblioteca Barberini, senza indicare la provenienza. Peroni identifica il disegno con quello pubblicato da Soriga nel 1925 ca., in cui è raffigurato anche un altare che occulta parzialmente la teoria dei Mesi e l'Anno, ma aggiunge a sinistra, sopra il riquadro con Davide e Golia, un riempitivo a scacchiera con foglie a quattro petali incrociate (del quale si conserva un lacerto erratico), mentre nelle rimanenti parti concorda con l'incisione del Ciampini. Peroni lo data ad un momento di poco posteriore al 1592, probabile data del primo spostamento dell'altare sopra il mosaico, che nel disegno è ben indicato. Il disegno, che è la più antica testimonianza del mosaico, riporta le iscrizioni ed evidenzia un'ampia lacuna a destra nel riquadro con le acque, dettagli che depongono a favore della fedeltà e precisione di tale disegno. Nel 1873 il litostrato pavese entra nella più importante trattazione sui litostrati romanici, nell'opera di Aus'M Weerth che tenta per primo una ricostruzione grafica dell'intero mosaico che integra l'incisione del Ciampini (allora una parte era occultata dall'altare) con le parti ritrovate (ma non conosceva il disegno della Vaticana) e confronta il mosaico pavese con quello di S. Bedenedetto Po. Sarà Peroni nel 1967 a studiare e restituire il mosaico nell'insieme. Nel 1972 in occasione di lavori all'area presbiteriale vengono scoperti altri mesi Febbraio, Giugno, luglio e mezzo Agosto.

Collocazione

Provincia di Pavia

Credits

Compilazione: Arisi Rota, Anna Paola (2005)

Aggiornamento: Manara, Roberta (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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