PAESAGGIO CON FIGURE

Pippi Giulio detto Giulio Romano; Rinaldo Mantovano (attr.); Scultori Giovan Battista (attr.)

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PAESAGGIO CON FIGURE

Descrizione

Autore: Pippi Giulio detto Giulio Romano (1499 ca./ 1546), disegnatore / pittore; Rinaldo Mantovano (attr.) (/ ante 1546), pittore; Scultori Giovan Battista (attr.) (notizie 1527-1541), scultore

Cronologia: ca. 1527 - ante 1530

Tipologia: pertinenze decorative

Materia e tecnica: stucco; stucco a stampo; affresco; affresco finito a secco; laterizio

Misure: 4,10 m x 12,16 m x 7,80 m

Notizie storico-critiche: Le pareti della loggia consistono nelle due testate occidentale e orientale, nella parete settentrionale e nel lato meridionale, aperto sul Cortile d'Onore del palazzo attraverso tre arcate. Le date di realizzazione della decorazione plastica e pittorica delle pareti cadono nella prima fase dei lavori della villa, tra 1527 circa e 1530: Belluzzi sottolinea che le caratteristiche araldiche degli stemmi dipinti sulle testate escludono una datazione oltre il 1530 - anno dell'elevazione di Federico II Gonzaga a duca - mettendo così in discussione la proposta avanzata da Oberhuber, secondo cui le lunette affrescate risalirebbero, per motivi stilistici, al 1532 circa. Incerta l'attribuzione dei bassorilievi in stucco e dei dipinti, a causa della mancanza di dati documentari: sulla scia di Carpi e Hartt, Oberhuber assegna le lunette delle testate a Rinaldo Mantovano - attribuzione che pare essere accolta da Belluzzi - e i rilievi di tondi e semitondi in stucco a Giovan Battista Scultori. Il pessimo stato di conservazione delle favole mitologiche affrescate sulla parete settentrionale non consente, al contrario, ipotesi di attribuzione di tali brani. L'impostazione decorativa delle due testate occidentale e orientale è identica. La superiore cornice ad arco in stucco, affine alle nervature della volta, è decorata da quattro scomparti con girali vegetali a bassorilievo alternati a tre tondi centrali e due semitondi all'imposta dell'arco, nei quali compaiono oggetti e figure in bassorilievo su fondo scuro. Nella lunetta della testata occidentale è dipinto il dio Apollo, adagiato su un triclinio di roccia; lo accompagna il cavallo alato Pegaso. Gli attributi assegnati alla divinità alludono all'invenzione letteraria: la tematica poetica è in connessione con l'iconografia delle nove Muse palesata nella volta della loggia e ripresa anche nella lunetta della testata opposta, nella quale figura - secondo la critica più recente - un'allegoria delle Arti mantovane, impersonata da una giovane donna con vari attributi. La lunetta poggia visivamente sul cornicione in stucco che corre lungo i quattro lati della loggia e che divide la testata in due parti distinte: la superiore con lunetta affrescata, appunto, e l'inferiore parete chiusa alle estremità laterali da due lesene. Queste ultime, addossate alle pareti della loggia, si ripetono identiche e in posizione corrispondente in numero di dodici: due su ciascuna delle testate, quattro rispettivamente su lato sud e parete nord (all'incrocio delle pareti le lesene sono accostate l'una all'altra). Nella parte inferiore della testata la porta di accesso alle stanze adiacenti è impreziosita, in entrambi i casi, da un finto portale in marmo, concluso da un frontone triangolare, al di sopra del quale campeggia uno scudo con stemma gonzaghesco; ai lati di quest'ultimo, due putti alati paiono cavalcare una coppia di aquile. Nelle specchiature laterali si osservano maschere di fauni reggenti festoni di verzura con frutti superiormente e, ai lati del portale, finte incrostazioni marmoree (verdi sulla testata occidentale; rosse sulla testata orientale). La parete settentrionale della loggia è suddivisa in tre arcate cieche di eguali dimensioni: la centrale è caratterizzata da un ricco apparato ornamentale incorniciante la porta, nel quale domina il motivo della grottesca su fondo bianco; nelle due laterali sono invece dipinte due favole mitologiche ambientate in ampi paesaggi e tematicamente connesse tra loro: la morte di Euridice (prima arcata) e Orfeo tra gli animali (terza arcata). L'intelaiatura architettonica della parete è composta, oltre che dalle quattro lesene con soprastante cornicione in stucco, da coppie di paraste con capitello più interne sui quali si imposta l'arco della singola campata. Nei sei pennacchi risultanti dall'incastro degli elementi architettonici aggettanti si osservano lacerti di decorazione pittorica a finto bronzo e incisioni nell'intonaco che restituiscono due tipi alternati di Vittorie alate con attributi. Tracce affini ricorrono negli spazi corrispondenti tra arcate e lesene del lato meridionale della loggia, del tutto confrontabile, per quanto concerne le membrature architettoniche, con la parete settentrionale. La decorazione in stucco delle cornici ad arco delle due testate è stata realizzata sia modellando in situ singoli elementi (si vedano i bassorilievi inseriti in tondi e semitondi), sia con ricorso allo stampo (cornici degli scomparti con racemi vegetali). Sono talora visibili tracce di incisione preparatoria da cartone sul fondo di alcuni tondi e degli scomparti con decorazione a racemi, probabilmente modellati anch'essi in situ. Il fondo scuro di tondi e semitondi è la traccia di un'originale decorazione ad affresco in gran parte perduta. Una ben individuabile suddivisione in giornate caratterizza le parti affrescate, confermando, a cominciare dalla testa occidentale, il previsto andamento dall'alto al basso e da sinistra a destra.

Collocazione

Mantova (MN), Museo Civico di Palazzo Te

Credits

Compilazione: Marocchi, Giulia (2011)

Aggiornamento: Pisani, Chiara (2011)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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