PUTTI ALATI CON STEMMA ARALDICO

Pippi Giulio detto Giulio Romano

PUTTI ALATI CON STEMMA ARALDICO

Descrizione

Autore: Pippi Giulio detto Giulio Romano (1499 ca./ 1546), disegnatore / pittore

Cronologia: ca. 1527 - ante 1530

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: affresco; affresco finito a secco

Misure: 360 cm x 172 cm

Notizie storico-critiche: La porzione di parete delimitata superiormente dal cornicione in stucco e ai lati dalle lesene è caratterizzata dalla presenza di una porta, con funzione di accesso alla Camera del Sole e della Luna. L'apparato decorativo incorniciante la porta è realizzato ad affresco. Tale area risulta visivamente organizzata in due parti, date dal differente trattamento pittorico della superficie: la superiore costituita da una porzione rettangolare ingombrata al centro in basso dal timpano del portale dipinto; l'inferiore caratterizzata, appunto, dal citato portale, che incornicia e impreziosisce la porta, e ai lati del quale appaiono due specchiature verdi rettangolari dipinte a imitazione del marmo serpentino. La parete è conclusa, in basso, sempre ai lati dell'apertura, da un basamento dipinto a imitazione del medesimo marmo chiaro con cui è reso il portale. L'area rettangolare superiore mostra una composizione di tipo speculare, il cui asse è costituito dallo stemma gonzaghesco dipinto al centro, sopra il vertice del timpano del portale. Un nastro bipartito dai toni cangianti corre in pieghe decorative sopra lo stemma; ai lati di quest'ultimo si osservano, in disegno e posa perfettamente speculari, due putti alati in atto di domare una coppia di aquile: un braccio blocca l'ala più esterna del volatile, l'altro ne afferra il busto con un nastro di colore verde chiaro. La composizione è chiusa ai lati da due pannelli verticali con finta cornice marmorea decorati internamente da un festone di verzura sormontato da un mascherone: quest'ultimo, il capo ornato da una corona di foglie di vite, mostra in entrambi i casi un'espressione vivace. Un ricco nastro è annodato sotto il mascherone e decora con volute i lati del pannello, scendendo a fianco del festone di frutta e foglie: un secondo nastro di colore giallo ocra è stretto circa a metà del festone, dividendolo in due parti. Lo stemma gonzaghesco, protagonista della composizione, è incorniciato da un bordo rosso scuro, internamente decorato da un motivo a cerchi e (almeno una) fascia a treccia: il disegno di tali elementi decorativi è inciso. Un bianco tessuto annodato in alto al centro al nastro superiore e bordato in oro cade ai lati dello stemma con morbide pieghe, posandosi in basso sul timpano del portale. Lo stemma si conviene: d'argento alla croce patente di rosso accantonata da quattro aquile abbassate di nero, rivolte ala destra araldica; sul tutto inquartato: nel I e nel IV di rosso al leone d'argento dalla coda bipartita, armato e lampassato d'oro, coronato e collarinato dello stesso (Boemia); nel II e nel III fasciato d'oro e di nero (Gonzaga). Non ricorrono gli elementi dello stemma ducale, ossia l'impresa del Monte Olimpo con il motto FIDES in cima allo stemma sormontata dalla corona ducale gemmata d'oro a otto fioroni in giro: la mancanza di tali caratteristiche araldiche induce a datare gli affreschi e, in generale, la decorazione dell'intera loggia entro il 1530, anno in cui Carlo V d'Asburgo investe Federico II Gonzaga del titolo di duca, concedendogli appunto il privilegio di inserire nello stemma di famiglia la citata impresa coronata dalla corona ducale. Si osserva, in questa parte superiore della parete, un piuttosto chiaro andamento delle giornate di esecuzione. Il primo pannello con festone risulta diviso in due giornate: la prima dedicata a mascherone e parte del nastro, la seconda al festone e alla parte inferiore del nastro; l'area superiore centrale della parete, riservata al nastro orizzontale e delimitata dal bordo superiore della parete fino a putti e stemma e pannelli con festoni ai lati è una giornata unica; i putti con aquila sono stati realizzati in due giornate pressoché identiche (la prima include busto, ala e braccia del putto e ala superiore del volatile; la seconda tutta la parte inferiore del putto e dell'animale, fino al timpano ma incluse le zampe che vi poggiano); lo stemma con panneggio laterale è giornata a se stante; il pannello laterale destro con festone, infine, pare essere una giornata unica, ma si ipotizza un giunto orizzontale nella parte inferiore. Ricorrono incisioni dirette sulle cornici dei pannelli con festoni e numerosissime incisioni da cartone a riporto del disegno di vari elementi: i tratti somatici di entrambi i mascheroni laterali sono incisi; il mascherone destro presenta incisioni indirette anche sulle foglie del capo e su nastro annodato sottostante; putti e aquile presentano evidenti tracce da cartone; anche la decorazione del bordo dello stemma appare incisa indirettamente. Tracce di disegno preparatorio a sinopia si riscontrano sui festoni, le cui finiture a calce sono in gran parte cadute. La parte inferiore destra dello stemma e parte superiore del timpano sono stati ridipinti: si ipotizza un rifacimento settecentesco, la cui area è caratterizzata da crepe ai bordi e gravi sollevamenti dell'intonaco; da notare, in tale reintegrazione, il differente disegno a fiori concatenati, anziché a cerchi.

Collocazione

Mantova (MN), Museo Civico di Palazzo Te

Credits

Compilazione: Marocchi, Giulia (2011)

Aggiornamento: Pisani, Chiara (2011)

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