Ritratto del monaco olivetano Bartolomeo de Martini

Caroto Giovanni

Ritratto del monaco olivetano Bartolomeo de Martini

Descrizione

Autore: Caroto Giovanni (1488/1489-1563/1566)

Cronologia: 1549 - 1551post 1534 - ante 1537

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 58 cm x 5,5 cm x 69,5 cm ; 45,5 cm x 57,3 cm

Notizie storico-critiche: Cornice in legno dorato e modanato.
cfr. il "Catastico" di Saverio Dalla Rosa, che registra in Santa Maria in Organis, tra le pitture esistenti nel Noviziato e nel Monastero (p. 191):
"Bella testa di vecchio monaco, e retratto d'uno della famiglia Rambaldi d'Incerto.
Altri 12 retratti buoni, tra li molti che vi sono di abbati, e monaci. Parte del buon secolo di varj autori".
L'acquisto da Santa Maria in Organis sarebbe stato effettuato con la mediazione di padre Da Prato (Albertario 2012)
Marco Albertario.

Da alcune indicazioni contenute nel volume di L. Rognini 2007 si sa che il monaco olivetano Bartolomeo de Martinis morì nel 1567 e che fu abate dal 1549 al 1551. L'abate De Martinis, sempre a detta del Rognini, fu anche un celebre matematico come certifica il foglio che stringe nel pugno, per cui davvero credo che non ci sia da dubitare sull'identificazione.
Se dal punto di vista stilistico si giustifica il riferimento a Francesco Morone (già proposta da A. Avena 1907), dal punto di vista cronologico tale proposta risulta difficilmente sostenibile; va segnalata la proposta, puramente indiziaria, di L. Rognini (2007) e G. Peretti (2010) a favore di Giovanni Caroto, anche se purtroppo nulla sappiamo di certo sulla sua attività tarda. La sua fisionomia di pittore, per quanto sfuggente, si legge di certo meglio a fianco di quella dei pittori veneziani, come nell'Autoritratto con la moglie a Castelvecchio, o nella Pala della chiesa di Sant'Elena. Questo ritratto mi pare invece abbia qualcosa di lombardo, al fondo, e che alla fine il nome più giusto sia quello del fratello Giovan Francesco Caroto, documentato molto presto a Milano.
La proposta (anticipata con comunicazione scritta, 19/07/2012) di attribuzione a Giovanni Francesco Caroto si basa sul confronto con i clipei della navata di Santa Maria in Organo, databili per Franco Fiorio al decennio 1540-1550 (M.T. FRANCO FIORIO 1971, pp. 95-96, cat. 38, figg. 61-66).
M. Vinco

GUZZO 2017 ripropone il riferimento a Giovanni Caroto e un riferimento cronologico agli anni 1534-1537 del primo governo in qualità di abate di Santa Maria in Organo. G. Peretti (scheda in Museo di Castelvecchio 2018) sostiene Giovanni Caroto, e lo considera, insieme all'Autoritratto con la moglie Placidia (Verona, Museo di Castelvecchio) e al Monaco Benedettino (Princeton University Art Museum) tra i capisaldi della sua produzione ritrattistica.
M. Albertario

Collocazione

Lovere (BG), Accademia di Belle Arti Tadini. Galleria dell'Accademia

Credits

Compilazione: Passamani, Alessia (1996); Scalzi, Angelico Gino (1996)

Aggiornamento: Albertario, Marco (2012); Vinco, Mattia (2013); Albertario, Marco (2017); Albertario, Marco (2021)

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