Prealpi bergamasche

Carcano Filippo; Zaccari, Ettore

Prealpi bergamasche

Descrizione

Identificazione: paesaggio montano

Autore: Carcano Filippo (1840/ 1914), esecutore; Zaccari, Ettore (1877/ 1922), esecutore cornice

Cronologia: 1895

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 203 cm x 103 cm ; 230 cm x 10 cm x 130 cm

Descrizione: Dipinto a olio su tela di Filippo Carcano, di grandi dimensioni, raffigurante un paesaggio montano, con ampia porzione di cielo e, in primo paino, una pastorella con alcune pecore.

Notizie storico-critiche: Il dipinto è stato finora datato tra il 1887 e il 1895 (Marchioni, in Paesaggi pretesti dell'anima 2004, p. 127 n. 60) sulla base di un'indicazione di Luciano Caramel, che lo identificava con il dipinto Nuvole bianche esposto da Carcano alla mostra di Brera del 1888 e riproposto quindi con il titolo di Prealpi bergamasche alla prima Biennale di Venezia, nel 1895 (L. Caramel 1986, n. 9). Come già indicato da Guido Cesura (G. Cesura, Filippo Carcano, Milano 1986, p. 46), tuttavia, il quadro va identificato solo con quello presentato a Venezia, e di conseguenza datato al 1895 o all'anno precedente, come confermano anche le descrizioni della stampa dell'epoca. Il dipinto è descritto da Luigi Filippo Bolaffio (La Biennale di Venezia, in "L'Arte Illustrata", a. I, Milano 1895) e, più diffusamente, da Virgilio Colombo (Gli artisti lombardi a Venezia, Milano 1895, pp. 62-63), che si sofferma in particolare sulla descrizione degli effetti di luce del cielo, delle nubi e della neve sulla cima delle montagne.
Illustrato nell'articolo di Emilio Gussalli dedicato a Carcano su "Emporium" nel 1899 (Artisti contemporanei: Filippo Carcano, "Emporium", giugno 1899, p. 410, ill. p. 408 ) il dipinto verrà inviato l'anno successivo alla mostra sulla Pittura lombarda nel secolo XIX, dove risulta già di proprietà di Giulio Pisa (Pittura lombarda del secolo XIX 1900, p. 94, n. 282), collezionista di pittura lombarda e in particolare degli scapigliati e infatti autore di una monografia su Tranquillo Cremona: parte della sua collezione, tra cui il celebre I due cugini di Cremona, sarà donata alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Alla sua morte nel 1905 il quadro di Carcano passò alla vedova Pisa, la signora Antonietta Rizzi, anche lei discreta collezionista, a cui risulta appartenere ancora nel 1916 (A. Ribera, Filippo Carcano pittore, Torino 1916, p. 19, tav. 40; cfr anche XL mostra della Famiglia Artistica, catalogo della mostra, Milano 1913, tav. XXX). Nel 1938 il quadro è invece già di proprietà di Guido Rossi (Tranquillo Cremona e gli artisti lombardi del suo tempo 1938, p. 45, tav. LXII) che deve averlo comprato alla morte della nobildonna e che vent'anni dopo lo donerà al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica.
Il dipinto, rifoderato, si presenta in buono stato di conservazione, nonostante alcune piccole cadute di colore, e conserva la cornice d'epoca. È da mettere in relazione a vedute lombarde di taglio e impostazione simili, come Lago d'Iseo, La pianura lombarda, Marina, Il ghiacciaio di Cambrena, dipinte negli stessi anni e rappresenta uno degli esiti più importanti del paesaggismo di Carcano, per l'ampiezza di respiro, la solidità della costruzione prospettica e la raffinatezza tecnica, che arriva a lasciare a vista la tela, la cui preparazione originariamente bianca è poi ingiallita, per ricreare gli effetti della luce sulle cime innevate delle montagne in lontananza.

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Credits

Compilazione: Cucciniello, Omar (2011); Giorgione, Claudio (2011)

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