Ritratto di Mario Scarfiotti

Garberini, Giovan Battista

Ritratto di Mario Scarfiotti

Descrizione

Autore: Garberini, Giovan Battista (1819-1896), pittore

Cronologia: 1878

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 47 cm x 57 cm (intero)

Descrizione: Ritratto di Mario Scarfiotti bambino in tela ovale con fondo bruno scuro. Il bambino ritratto in una posa convenzionale, è in veste bianca con il volto dal colorito delicatamente sfumato incorniciato da capelli biondi. Tiene un gattino tra le mani e sulle gambe una pallina, ricordi della sua infanzia. Dipinto aulico. Cornice ovale coeva in legno dorato con fregi ad ovuli e perline.

Notizie storico-critiche: Il ritratto è buona opera che dimostra l'assoluta padronanza del genere ritrattistico da parte del pittore vigevanese Giovan Battista Garberini (Vigevano 1819/1896). Delizioso dipinto che documenta l'abilità e l'amore con i quali Garberini indulgeva ad effigiare i bambini, oggetto della sua attenzione anche nelle scene di soggetto religioso, dalla paòa di San Pio V a quella di San Carlo.
Il padre di Garberini di professione cordaio, a stento riesce a dargli lÂ'istruzione elementare. Il talento artistico del capostipite della pittura vigevanese viene scoperto, dal cocchiere di famiglia, e segnalato al Cav. Domenico Pisani che sarà il mecenate dellÂ'artista. Da quel momento il giovane G.B. Garberini con tantissimo zelo intraprende gli studi di pittura allÂ'estero, poiché per frequentare Brera nel dicembre del 1835 dovette emigrare dalla piemontese Vigevano a Milano, nel Lombardo-Veneto. Garberini, a seguire i corsi tenuti da Antonio Duelli, dirigente della Scuola elementare di Figura e poi nella frequenza dei corsi di Luigi Sabatelli, ebbe come compagni Domenico Induno e Angelo Inganni. Nel 1841, al termine del corso di studi, il Garberini consegue il primo premio con lÂ'opera "DIOMEDE E ULISSE RETROCEDONO DAL TEMPIO CON LÂ'INVOLATO PALLADIO", oggi allÂ'Accademia di Brera (inv.153). Dopo il diploma ritorna a Vigevano e sotto la sua direzione e con il suo insegnamento, la scuola di "Disegno e Decorazione" della Fondazione Roncalli diventa fucina di talenti. Il maestro è infaticabile nel lavoro e alterna la ritrattistica della nobiltà imprenditoriale vigevanese e lomellina di fine secolo, con la pittura sacra e la scultura monumentale. Sue opere si trovano in tutte le chiese di Vigevano e in tante della Lomellina. Monumenti funebri impreziosiscono le tombe patrizie del Cimitero Comunale, dove lÂ'Artista si supera è nel monumento funebre della cappella Pisani e nello stupendo ritratto della madre. Giovan Battista Garberini muore il 5 gennaio 1896, lasciando grande tristezza in tutta Vigevano. La sua piccola disponibilità, per testamento, va allÂ'Ospedale Civile.
Suoi i ritratti dei "Coniugi Pisani", suoi mecenati, proprietà dell'Ospedale di Vigevano; dei "Marchesi Saporiti", all'Istituto Negroni della stessa città.
La Commissione Amministratrice dell'Ospedale decise di intraprendere una raccolta di ritratti dei benefattori e a seconda della quantità di somma donata avrebbe provveduto a far realizzare un dipinto a tutta figura o una a mezza figura. Per l'esecuzione dei dipinti si incaricò Giovan Battista Garberini che realizzò la serie dal 1876 iniziando dai ritratti del vescovo Forzani e Angelo Colli Cantone. Purtroppo questo piano di riordino si realizzò solo in parte per mancanza di fondi, per cui si procedette alla realizzazione dei ritratti a mezza figura entro tondi e con una targa dipinta nel margine inferiore in cui si riportarono solo i dati anagrafici del ritrattato e l'ammontare della somma donata. Nel 1880 fu realizzata un'altra parte di ritratti comprendenti le effigi del marchese Arconati Visconti, Giuseppina Bellone, Marcellino Nebbia, Luigi Maria Mattacchini e del marchese Apollinare Rocca Saporiti. Tutti questi dipinti recano la firma di Garberini e la data. Nel 1881, altri tre ritratti: Elisabetta Bolgiani, Tersa Meschini Borra e Teresa Lissi vedova Chiapasco anche se di quest'ultimo non si è certi poiché non è autografato. Nel 1882 realizza l'effige di Agostino Figaro. Nel 1884 quelli di di Camillo Ambrosioni, Carlo Camani e Andrea Mercalli. Nel 1893 realizza il ritratto di Giuseppe Tosi e di Maria Sala. Nel 1895 quello di Giovanni Porta. Nel 1896 Garberini morì lasciando all'Ospedale, parte della serie dei dipinti da lui realizzati. Nella collezione sono conservati delle sue effigi, uno di sua proprietà, poi donato all'Ospedale che servì come modello per l'effige destinata a essere inserita nella serie dei benefattori.
La raccolta Losa, con Giovan Battista Garberini e Ambrogio Raffele, rappresenta una significativa testimonianza del collezionismo borghese vigevanese tra la fine dell'800 e i primi del '900. I quadri vennero donati all'Ospedale da Maria Scarfiotti Losa, il cui nome è riportato sempre sul verso di ciascuna tela, insieme ad altre iscrizioni. Maria Losa nacque a Vigevano nel 1884 dall'industriale Giuseppe e da Virginia Cima. Sposò il colonello Mario Scarfiotti e quandò mancò sposò in seconde nozze il maggiore Giuseppe Migliorati. Alla sua morte nel 1966, Maria Losa nominò erede universale del suo cospicuo patrimonio l'Ospedale Civile di Vigevano. Dalle fotografie conservate presso l'Archivio dell'Ospedale (ASOC, 60/251), che ritraggono le stanze di casa Losa, si deduce che i dipinti di proprietà della benefattrice erano in numero assai superiore di quelli poi giunti in quadreria.

Collocazione

Provincia di Pavia

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Pavia

Credits

Compilazione: Casati, Paola (2009)

Aggiornamento: Knapp, Blanka (2012)

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