Ritratto di suor Florinda Staurenghi

Fangazio, Giovanni

Ritratto di suor Florinda Staurenghi

Descrizione

Autore: Fangazio, Giovanni (notizie sec. XIX)

Cronologia: post 1800 - ante 1824

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 143 cm x 232 cm

Notizie storico-critiche: Caratterizzato da tinte ribassate, il ritratto della celebre religiosa, alla cui memoria è intestata una delle vie centrali di Varese, è completamente immerso nella penombra. Sullo sfondo di un vasto dipinto, che pare identificabile con il matrimonio mistico di Santa Caterina, suor Marianna Florinda Staurenghi (al secolo Virginia) è effigiata seduta, dinanzi ad un inginocchiatoio, di fronte al quale è visibile la parte inferiore di un grande crocifisso. Purtroppo ad oggi non è possibile esaminare dal vivo il dipinto, dal momento che quest'ultimo si trova, dal 1981, in deposito presso la zona riservata alle monache di clausura del monastero del Sacro Monte di Varese. Tuttavia, dall'immagine fotografica gentilmente concessa dalle monache, sono apprezzabili la composizione spoglia ed austera e le tinte cineree con le quali viene tratteggiato il volto della suora.
Il dipinto pare non essere immune dall'esempio di Francesco Hayez o di Pelagio Pelagi entrambi attivi nell'ambito della ritrattistica gratulatoria di benefattori dell'Ospedal Maggiore di Milano.
Per l'immagine in memoria di Suor Maria Virginia Staurenghi, Fangazio sembra ricalcare un modello comune alle quadrerie degli enti ospedalieri lombardi, drammatizzandolo mediante l'azione del forte chiaroscuro che si concentra sul volto della religiosa.
Purtroppo ancora molto approssimativo risulta ad oggi il profilo biografico del pittore che sappiamo originario di Mezzana Mortigliengo, in provincia di Novara e domiciliato a Varese, intorno al principio del XX secolo, in Via Vellone 5 . Conviene aggiungere, inoltre che, stando a quanto segnalano le fonti, a cominciare dai cataloghi delle esposizioni annuali indette a Brera , sembra che egli si sia prevalentemente concentrato nell'ambito della ritrattistica, interpretando con trattenuto rigore quella "correttezza" molto apprezzata dalla critica tradizionale.
La più remota testimonianza riguardante il dipinto in esame ci è data dal Borri che cita Giovanni Fangazio come esecutore dell'effige commemorativa, lamentando una disattenzione iconografica da parte del pittore che: "per difficoltà assoluta, vuolsi, di aver vesti di monache Agostiniane, la rappresentava in un abito dissimile alquanto dall'usato, specie nel soggolo di bianco lino, il quale anziché girar breve con salda intorno al mento solo, siccome è voluto dalla regola, copre, invece, tuta la gola, e scende sul petto, a guisa di quello delle monache Teresiane, e Orsoline" .
Dai documenti inediti conservati presso gli uffici dell'azienda sanitaria, si evince che il 17 gennaio 1981 la badessa Suor Maria Bernarda Comelli del Monastero delle Romite Ambrosiane di Santa Maria del Monte, faceva richiesta all'Ospedale di Varese di concessione del ritratto della Staurenghi. Richiesta che veniva accolta e sottoscritta dal Consiglio di Amministrazione del nosocomio il 2 febbraio 1981, consegnando l'opera del pittore Fangazio in deposito a titolo fiduciario alle Romite. La richiesta, avanzata dal monastero del Sacro Monte, vede tra le motivazioni principali il ruolo chiave ricoperto da suor Marianna Florinda Staurenghi soprattutto durante le soppressioni della Repubblica Cisalpina.
Di nobile famiglia briantea, Marianna Florinda (al secolo Virginia) Staurenghi nacque il 25 agosto 1757 a Proserpio, in Pieve d'Incino, da Pier Francesco e Fiorina Annoni.
Aveva tre sorelle e un fratello: Giuditta, che assunse il nome di suor Maria Florina quando divenne monaca a Lambrugo in Brianza e che, in seguito alla soppressione del suo monastero, giunse a Santa Maria nel 1814; Leopoldo; Marcellina e Petronilla, coniugate. Entrò in comunità il 2 febbraio 1870 ed emise la professione religiosa l'8 febbraio 1782, con il nome di suor Marianna Florinda.
Fu 'governatrice' del monastero a partire dal 12 agosto 1801 e durante il periodo della soppressione e principale fautrice del ripristino del sacro luogo, di cui fu poi abbadessa per circa dieci anni, fino alla sua morte avvenuta l'8 marzo 1832, a 74 anni d'età e 52 di vita monastica.

Collocazione

Provincia di Varese

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. dei Sette Laghi

Credits

Compilazione: Castaldo, Clara (2009)

Aggiornamento: Castaldo, Clara (2010)

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