Decorazione a intarsio

Rosso, Francesco; Capoferri, Giovan Francesco; Cabrini, Nicolò

Decorazione a intarsio

Descrizione

Identificazione: Sacrificio di Caino e Abele

Autore: Rosso, Francesco (notizie sec. XVI prima metà), ideatore / disegnatore; Capoferri, Giovan Francesco (1497 ca.-1534), ebanista; Cabrini, Nicolò (m. 1524), profilatore

Cronologia: post 1523

Tipologia: arredi liturgici e suppellettile ecclesiastica

Materia e tecnica: legno/ intarsio

Misure: 37 cm x 35 cm

Notizie storico-critiche: Nel 1522 il Consorzio della Misericordia Maggiore di Bergamo decise di dotare la basilica di Santa Maria di un nuovo coro e il 18 settembre di quell'anno deliberò di trattare con il legnaiolo e intarsiatore loverese Giovanni Francesco Capoferri per l'esecuzione dell'opera. Al Capoferri, direttore dell'impresa del coro, fu affiancato il marangone Giovanni Belli di Ponteranica per i lavori di intaglio. Il principale teologo della città, fra Girolamo Terzi, fu incaricato di fornire le "inventiones" da dare ai pittori che avrebbero disegnato i cartoni da intarsiare.
Dopo aver acquisito alcuni cartoni forniti da pittori diversi, tra cui Lotto, Andrea Previtali, Francesco Rosso di Pavia, il 29 ottobre 1523 il Consorzio affidò i cartoni delle tarsie del coro al pressoché sconosciuto Nicolino Cabrini, che morì poco dopo. Il 12 marzo 1524 il Consorzio incaricò dunque Lorenzo Lotto di eseguire i disegni per le tarsie e dopo pochi mesi (2 giugno 1524) gli commissionò anche i pannelli intarsiati ("coperti") con imprese simboliche che dovevano proteggere le preziose tavolette. Lotto inizialmente effettuò anche la 'profilatura' delle tarsie, ovvero la loro rifinitura finale mediante stucco nero per i contorni delle figure e con ombreggiatura a fuoco per il chiaro-scuro, ma un contrasto di natura economica frenò la sua disponibilità. La profilatura fu allora effettuata dallo stesso Capoferri e dai pittori Andrea Previtali, Ludovico da Mantova e Lucano da Imola. Trasferitosi a Venezia nel dicembre del 1525, il pittore continuò a disegnare i cartoni delle tarsie e a inviarle a Bergamo fino al 1532, realizzando complessivamente 35 tarsie con storie bibliche di cui 4 grandi per l'iconostasi e 31 più piccole collocate oggi negli stalli del coro dei laici e nei due bancali del presbiterio; inoltre eseguì 32 tarsie a soggetto simbolico delle quali 28 costituivano i "coperti" delle tarsie istoriate e che oggi sono inserite negli schienali del coro degli ecclesiastici.
Nel 1531 si decise di ampliare la struttura del coro, trasferendo le tarsie istoriate del coro degli ecclesiastici al bancale del celebrante, a quello dei Rettori e al coro dei laici nell'abside, mentre nel coro dei religiosi rimasero i soli 'coperti' di soggetto simbolico: dei modelletti delle nuove strutture del presbiterio (bancali e coro dei laici) fu incaricato Marcantonio, figlio dell'architetto Pietro Isabello (1531-1532). Nell'ottobre del 1533, consegnati dal Capoferri gli ultimi pannelli intarsiati, risultano già collocate negli stalli del coro dei religiosi le tarsie 'simboliche' degli ex-coperti, mentre le altre tarsie istoriate rimasero per vent'anni nei depositi della Misericordia Maggiore. La fabbrica del coro fu ripresa nel 1547-1549 ma solo nel 1553-1555 i banchi della cappella maggiore furono portati a termine in base al modello elaborato dall'Isabello: nel 1553 fu chiamato a Bergamo Giovan Pietro Capoferri, fratellastro di Giovan Francesco, per la realizzazione del bancale del celebrante e della parte sinistra del coro dei laici, mentre ad Alessandro Belli, già attivo col padre nel coro degli ecclesiastici, furono assegnati il bancale dei Rettori, dove fu inserita la presente tarsia, e la parte destra del coro dei laici. Nell'agosto del 1554 il bancale dei Rettori era quasi completato, giacché risulta che fu verniciato dal doratore Giacomo da Olera. Nelle tre spalliere furono inserite sei tarsie disegnate da Lotto e realizzate da Giovan Francesco Capoferri illustranti episodi dell'Antico Testamento, mentre nel basamento furono collocate tarsie con le Virtù e con Episodi della vita di Cristo, disegnate da Lucano da Imola e da Giuseppe Belli ed eseguite da Alessandro Belli. A causa di un fulmine alcune di queste ultime tarsie rimasero danneggiate e nel 1572-1574 furono sostituite con la prima versione del "Sacrificio di Adamo e Abele", rimasta inutilizzata fino ad allora. Questa tarsia, oggetto della presente scheda, fu ideata dal pittore Francesco Rosso di Pavia nel

Collocazione

Bergamo (BG), Basilica di S. Maria Maggiore

Credits

Compilazione: Civai, Alessandra (2011)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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