291. La Cronaca ferroviaria

Dal maggio 1903 (a. III, n. 17) §Cronaca ferroviaria§. Dal gennaio 1910 (a. X, n. 1) §Rassegna dei trasporti§.

Sottotitolo Giornale di notizie e di interessi relativi all'industria dei trasporti poi Giornale di notizie e di interessi relativi all'industria degli scambi poi Giornale di notizie e di interessi relativi all'industria dei trasporti poi Pubblicazione mensile di notizie e di interessi relativi ai trasporti di viaggiatori e cose sulle ferrovie, tramvie, navigazioni, ecc. poi Informazioni, notizie e interessi relativi all'industria dei trasporti poi Rivista mensile dei trasporti - ferrovie, navigazioni, tramvie ecc. poi Rivista di viaggi e di trasporti poi Già «Cronaca ferroviaria». Ferrovie, tramvie, autovie, navigazioni. Dogane, trattati di commercio ecc. poi Già «Cronaca ferroviaria» poi Già «Cronaca ferroviaria». Ferrovie, tramvie, autovie, navigazioni poi Già «Cronaca ferroviaria». Ferrovie, tramvie, autovie e navigazione poi Giornale dei pubblici servizi per ferrovia, tramvia, autovia e navigazione poi Giornale dei pubblici servizi di trasporti. Ferrovie, tramvie, autovie e navigazioni.
Luogo Milano.
Durata Luglio 1901 (a. I, n. 1) - maggio 1920 (a. XX, n. 5*).
Periodicità Mensile.
Direttore Nessuno, poi Cesare Guinassi poi nessuno.
Gerente Marino Cuni poi Siritano Crescenzio Orlando poi Guglielmo Buggi poi Giuseppe Rigamonti poi Giovanni Martinato poi Mario Franceschi poi Giuseppe Invernizzi.
Editore Nessuno, poi ASPIT (Associazione stampa pubblicazioni trasporti ) (proprietario).
Stampatore Milano, Stab. Tip. Golio poi Stab. Tipo-Lit. Impresa generale d'affissioni poi Stab. Tip. Volontieri Rigamonti e C. poi Lodi, Tipo-Lit C. Dell'Acqua poi Soc. Tip. Successori Wilmant poi Milano, Stab. Tip. dell'Unione cooperativa poi Lodi, Società Tip. Successori Wilmant poi Cusano Milanino, Tip. A. Colombo e figli poi Milano, Prem. Stab. Tip. M. Fracchia.
Pagine Da 4 a 20.
Formato Da 30x19 cm a 50x35 cm.

Il periodico vuole essere “il portavoce del commercio per quanto si riferisce ai suoi molteplici e svariati rapporti con le aziende ferroviarie e di trasporto in genere. Notizie interessanti, proposte, reclami troveranno […] posto nella «Cronaca», che tratterà oggettivamente dei vari rami del servizio ferroviario. Non potrà fare a meno di interessarsi delle questioni riflettenti il personale e dimostrare l’importanza di questa grande schiera di lavoratori […] Dovrà essere infine la tribuna di tutti quanti si interessano alla importante questione delle ferrovie. In essa si potrà discutere sull’andamento del servizio, esaminare i provvedimenti e le disposizioni emanate dalle amministrazioni vettrici e dal governo, interloquire insomma colla voce alta del pubblico e del contribuente sopra uno dei più vasti, complicati e difficili servizi, allo scopo precipuo di mettere le ferrovie al servizio del pubblico e non il pubblico al servizio delle ferrovie” (Il nostro programma, luglio 1901).

Le rubriche in cui e organizzata la trattazione delle materie esposte nel programma sono: “Notizie ferroviarie”, “Sentenze di tribunali in materia ferroviaria”, “Reclami dal pubblico”, “Tariffe”, “Posta della «Cronaca»”, “Parte ufficiale ferroviaria” e “Statistica ferroviaria”, riportante una serie di dati e informazioni sulle reti Mediterranea, Adriatica, Sicula e Nord Milano – dalle tabelle dei prodotti annuali (chilometri in esercizio, media dei chilometri esercitati, viaggiatori, bagagli, merci), a quelle sul personale impiegato (numero degli impiegati e spesa media per ogni agente) -, sugli incidenti ferroviari e sul consumo di combustibile. Pubblica inoltre i sunti delle relazioni delle assemblee delle società ferroviarie, gli ordinamenti amministrativi delle reti, e dà notizie sull’attivazione al pubblico di nuovi servizi e linee ferroviarie e sul funzionamento degli impianti.

Il tema ricorrente nel foglio mensile riguarda l’esercizio delle ferrovie, problema discusso sempre più vivacemente negli ambienti politici ed economici via via che si ripropone la scelta fra gestione pubblica e privata in vista della scadenza, prevista dalle convenzioni del 1885, dell’affitto della rete ferroviaria e dell’eventuale riscatto da parte dello Stato: “Per affermazione generale è stabilito che tutti gli ordinamenti, per quanto svariatissimi, che si possono immaginare per l’esercizio di una rete di strade ferrate, appartengono per necessità a una di queste 3 categorie: esercizio di Stato, concessione assoluta, appalto del solo esercizio. Noi verremo esaminando queste forme di assetto, esponendo oggettivamente e nel modo più semplice la loro costituzione ed il modo di funzionare non solo dal punto di vista dell’economia politica, ma anche da quello del pubblico, a cui interessa specialmente di veder migliorare il servizio ridotto il costo dei trasporti” (L’esercizio delle ferrovie, dicembre 1901).

Affermando in più occasioni l’inadeguatezza dimostrata dal regime misto di gestione ad offrire al paese un servizio efficiente (sulle critiche al “nefasto, ibrido sistema attuale” si veda La disdetta delle convenzioni ferroviarie, maggio 1902), pur pubblicando relazioni che concludono sia a favore dell’esercizio privato (L’esercizio ferroviario e la Camera di commercio di Vicenza, settembre 1902), che pubblico (Esercizio ferroviario di Stato o esercizio privato?, 15 gennaio 1903), la «Cronaca ferroviaria» propende senza esitazioni verso la soluzione privatista, quale orientamento “che noi sentiamo essere il più consono al nostro carattere di italiani e senza dubbio più adatto allo stato delle nostre finanze […] Questo partito si vale dell’esperienza, degli altri paesi a noi affini, e trova incompatibile una nuova mostruosa macchina governativa cogli interessi del commercio, dell’industria e dell’agricoltura, che sono gli interessi del contribuente” (Il problema ferroviario al Parlamento, giugno 1903).

Il periodico si occupa inoltre estesamente, nel 1901 e 1902, delle agitazioni messe in atto dalla combattiva categoria dei ferrovieri contro le società concessionarie, inadempienti nei riguardi dei loro dipendenti per non aver dato esecuzione a importanti impegni relativi al personale stabiliti dalle convenzioni dell’85 (La militarizzazione dei ferrovieri, settembre 1901; Lo sciopero dei ferrovieri alla Nord, novembre 1901; L’agitazione dei ferrovieri, marzo 1902), fino all’accordo approvato alla Camera nel marzo 1902 che accolla allo Stato una parte dell’onere finanziario dei miglioramenti ai ferrovieri (Vittoria!, marzo 1902).

Nel 1910 la «Cronaca» entra nel decimo anno di vita col titolo di «Rassegna dei trasporti», “più generico ma più corrispondente al lavoro che dobbiamo compiere, cioè quello di riportare notizie e informazioni in materia di trasporti, oltre quello della tutela degli interessi materiali degli utenti i trasporli pubblici, nonché di coloro che di questa industria hanno fatto la loro professione abituale” (Pel 1910, gennaio 1910).

Dal 1910 al 1920 pubblica annualmente le relazioni sull’andamento finanziario delle Ferrovie dello Stato, facendole seguire da note di commento che, soprattutto nei primi anni, pongono l’accento sul “disordine amministrativo ferroviario che va accentuandosi con una progressione tale da far prevedere il fallimento dell’esercizio statale con grave danno dell’erario e del buon popolo che vi viaggia” (Il disordine ferroviario, aprile 1920). Vengono inoltre riportate tutte le disposizioni emanate dalle ferrovie in fatto di trasporti di persone e di merci, le modificazioni alle tariffe, le facilitazioni concesse per fiere, congressi, convegni ed esposizioni, oltre che “i principali giudicati delle Corti di cassazione e d’appello che formano massima in materia di trasporti”, e i valori periodici delle importazioni ed esportazioni comunicati dall’Ufficio trattati e legislazione doganale. Come da intenti programmatici tiene inoltre informati i propri lettori anche di quanto avviene nelle “aziende tramviaria, di navigazione e nelle imprese automobilistiche, sia in fatto di tariffe e condizione dei trasporti, sia in fatto di persone dirigenti o aventi la responsabilità dei pubblici servizi” (1916, 5 gennaio 1916), attingendo le informazioni dai “Bollettini ufficiali” delle ferrovie e dai diversi ministeri, dalle pubblicazioni ufficiali periodiche dei ministeri stessi, dalle relazioni ufficiali annuali sull’esercizio delle Società e imprese ferrovie, tramvie, autovie e navigazioni o altre imprese private e pubbliche di trasporti e spedizioni.

Per quanto riguarda gli articoli di natura economica di più ampio respiro si segnala, del novembre 1911, L’Italia, il suo sviluppo e Tripoli, in cui, “a proposito della nostra espansione coloniale, per la quale solo a cose finite si potrà dire se abbiamo fatto un buon affare o meno, crediamo opportuno di mettere in evidenza il nostro sviluppo economico nel cinquantennio decorso, dacché l’Italia formò uno Stato solo: scambi commerciali con l’estero, agricoltura, depositi alla Cassa depositi e prestiti, bilanci dello Stato, casse di risparmio, società anonime e sviluppo industriale al 31 dicembre 1910, rimesse degli emigranti, società cooperative, ferrovie ed altri mezzi di comunicazioni, poste, telegrafi, telefoni, marina mercantile”.

C. Ro.

Raccolte: MI120: 1901-1903 (a novembre); 1910-1918; 1919 (lac.); 1920 (lac.).