318. L'Economista italiano

Sottotitolo Rivista settimanale di finanza, industria, commercio, marina, assicurazioni e borsa.
Luogo [Genova] poi Milano.
Durata 31 dicembre 1909 (a. XIII, n. "ultimo dell'annata" [33] - 14 giugno 1913 (a. XVII, n. 24*). Il giornale, che è nato a Genova, si trasferisce a Milano il 31 dicembre 1909 dopo una interruzione di due mesi e mezzo.
Periodicità Settimanale.
Gerente Giuseppe Pedrini poi Giuseppe Invernizzi.
Stampatore Milano, Stab. Tipo-litografico G. Corbetta & Pettazzi poi Stab. Tipografico Eugenio M. Floritta poi Tip. Istituto Marchiondi poi Tipografia G.M. Floritta.
Pagine Da 16 a 24.
Formato 30x21 cm.

La pubblicazione si occupa delle materie elencate nel sottotitolo, oltre che di politica economica e finanziaria, fisco, istituto di credito, comunicazioni e trasporti, statistiche, con articoli piuttosto brevi, mai firmati. Il mutamento della sede da Genova a Milano è giustificato soprattutto con l'esigenza di ampliare i servizi: "Per dare maggiore incremento ed espansione alla nostra rivista, abbiamo presa e attuata la decisione di trasferire i nostri uffici nella industre capitale lombarda, pur lasciando una succursale a Genova" (Ai lettori, 31 dicembre 1909), ma ciò non basta per ovviare alle critiche dei lettori, cui la direzione del giornale così replica: "Ci si dice: la vostra rivista si occupa troppo dei bilanci; è monocorde; fa male a non arricchire la parte informativa, a non dare, per esempio, notizia della costituzione delle nuove società, delle assemblee, dei pagamenti, versamenti, ecc. […]. Noi non pretendiamo certo fare del nostro periodico quel che si suol dire un notiziario, e poiché si tratta di una pubblicazione ebdomadaria non possiamo certo competere, da questo lato, coi giornali che escono quotidianamente. Ormai persino i diari politici hanno rubriche destinate ad annunciare i giorni delle assemblee, dei pagamenti, versamenti, la costituzione delle nuove società, ecc. […]. Insomma, al giorno d'oggi anche la stampa finanziaria deve specializzarsi" (Per il 1911, 10 dicembre 1910).

Il settore nel quale il periodico intende "specializzarsi" è l'esame dei bilanci aziendali e il loro commento, "non tenendo che un conto assai relativo, e spesso non tenendone affatto, di quanto credono dire i signori amministratori nelle loro relazioni consigliari. Invece, la maggior parte dei giornali finanziari non fanno che riprodurre o tutt'al più parafrasare queste relazioni […]. Del resto, se la nostra caratteristica speciale è lo studio dei bilanci, non trascuriamo per questo di occuparci anche dei problemi economici che vengono alla pubblica discussione".

Gli articoli seguono generalmente l'andamento della produzione nei diversi settori industriali. In materia di politica economica, la rivista critica alcuni provvedimenti del governo (Il governo e le industrie metallurgiche. Due pesi e due misure?, 23 aprile 1910; Per l'industria nazionale, 4 e 11 giugno 1910, dove deplora le incertezze nel valorizzare la politica protezionista), mentre in Si debbono fare debiti? il confronto si sposta con le opinioni espresse dal «Sole» (29 gennaio 1910). Il foglio inoltre appoggia la proposta di uno smembramento del dicastero economico: cfr. In tema di inchieste (e il Ministero di agricoltura, industria e commercio?), 26 febbraio 1910, mentre la sua impostazione "padronale" emerge da articoli quali Le stravaganti pretese dei ferrovieri, 9 aprile 1910. Interessante, infine, una rassegna dei giornali italiani del settore (La stampa economica e finanziaria, 21 maggio 1910).

Negli ultimi numeri dà sempre più spazio alle citazioni tratte da altri giorni (il «Corriere della sera» sopra tutti) a discapito dei contributi originali.

A. Ac.

Raccolte: MI120: 1909-1911; 1912 (lac.); 1913 (lac., solo n. 22 e 24).