Pedalina - macchina da stampa tipografica - industria, manifattura, artigianato

Mussano e Sisto

Pedalina - macchina da stampa tipografica - industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Macchina per stampa tipografica con porta-forma e porta-supporto (platina) piani. Di aspetto massiccio ha piano di pressione fisso e platina oscillante. Il porta-forma è disposto verticalmente e davanti è incernierata la platina che si muove agendo sulla pedalina posta inferiormente ed azionata a piede (da cui il nome pedalina). Sulla platina si inserisce il foglio da stampare. Nel porta-forma si inserisce la cassa contenente i caratteri disposti a formare il testo desiderato. Sopra al porta-forme, in posizione arretrata si ha il gruppo inchiostratore costituito da un piano inclinato sul quale veniva sparso l'inchiostro e sul quale scorrono quattro piccoli rulli che, azionando la leva posta a sinistra, vanno ad inchiostrare la matrice nel porta-forma quando la platina è aperta. Ruote dentate, un albero motore e delle bielle trasferiscono il moto alle parti mobili. Alla ruota con volano posta sulla sinistra era possible collegare, mediante una cinghia, un motore per azionare la macchina.

Funzione: Macchina utilizzata per stampa di volantini formato A3. Utilizzava caratteri a mano o composizioni Linotype.

Modalità d'uso: Si componeva la scritta desiderata nella matrice con caratteri mobili o composizioni Linotype e si inseriva nel porta forma. Si inchiostrava la matrice con gli appositi rulli. Si inseriva il foglio nella platina. Si procedeva alla pressione di platina contro matrice. Veniva azionato con pedale o poteva essere azionato mediante una cinghia collegata ad un motore.

Notizie storiche: L'invenzione della stampa tipografica viene attribuita al tedesco Johann Gutenberg che tra il 1448 e il 1454 stampa a Magonza il primo libro con questa tecnica a caratteri mobili. La tecnica di Gutenberg consiste nell'assemblare in linee i tipi ovvero dei piccoli prismi in metallo su ciascuno dei quali compare in rilievo a rovescio un carattere, tenerli uniti con delle fasce e creare così le parole e i testi contenuti in una pagina. La matrice così assemblata veniva inchiostrata e stampata utilizzando un torchio pressore. Questa tecnica si diffuse in tutta Europa nell'arco di un decennio. Anche in Italia ebbe ampia diffusione e Venezia divenne ben presto il più importante centro europeo del libro a stampa. A partire dal XVI secolo l'editoria comincia ad essere una vera e propria industria. Si spaziano le righe, si inventano nuovi caratteri, i testi diventano più leggibili. Anche dal punto di vista tecnico la tipografia fa passi avanti. I torchi in legno vengono sostituiti da matrici in metallo, nel 1796 nasce la litografia, e nel 1798 viene progettata la prima macchina continua, a cura di Nicolas Louis Robert che permette di fabbricare un nastro continuo di carta e velocizzare così la produzione. Viene introdotta la carta a base di pasta di legno al posto che di stracci, più costosi e difficili da reperire anche se più durevole. Intanto si è alle porte della Rivoluzione Industriale ed anche la stampa tipografia beneficerà dello sviluppo tecnologico. Nel 1814 Friedrich Koenig realizza la prima macchina per stampa tipografica piano-cilindrica a vapore, utilizzata nella stamperia del Times di Londra che permette di aumentare la capacità di stampa da 300 a 110 copie all'ora. A metà del XIX secolo inizia la produzione industriale di carta. Nel 1846 Hoe costruisce la prima rotativa per stampa in bianca e volta (da tutti e due i lati del foglio), nel 1886 Ottmar Mergenthaler progetta la Linotype (sviluppando l'idea della composizione tipografica) e nel 1889 è la volta della Monotype di Tolbert Lanston. Bisognerà aspettare quasi un secolo per assistere ad ulteriori cambiamenti meccanici nella tecnologia da stampa tipografica, con l'introduzione della stampa off-set nel 1960. A partire dagli anni '70, l'elettronica apporta molti cambiamenti alla tipografia e la crescita degli strumenti informatici modifica completamente le modalità di creazione delle composizioni, delle pagine, ecc. Negli anni '80 la diffusione del Personal Computer rende gli autori spesso "auto-compositori" delle proprie pagine. Negli anni '90 le stampanti collegate ai PC sostituiscono parzialmente la stampa tipografica, seppure elettronica, per documenti personali e testi a tiratura limitata. L'ultima frontiera in questo senso è la diffusione di dati in formato digitale, senza nemmeno la necessità di stampa tradizionale. Questo tipo di platina è stato utilizzato nell'istituto Padre Monti dal 1940 al 1950 circa. L'Istituto Padre Monti di Saronno nasce con Luigi Monti (1825-1900), fondatore della Congregazione dei figli dell'Immacolata Concezione, con lo scopo di insegnare ai giovani il mestiere dello stampatore. Parallelamente a Saronno esisteva la Tipografia del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) rilevata dai religiosi di Padre Monti nel 1905. Nel volgere di pochi anni divenne la tipografia della Curia Arcivescovile e dell'Università Cattolica di Milano. Dopo la Seconda Guerra Mondiale queste due realtà si fusero nella "Tipografia Padre Luigi Monti e Pontificia Arcivescovile San Giuseppe", divenuta poi "Grafica Luigi Monti S.r.l." nel 1988.

Autore: Mussano e Sisto (progettista/ costruttore) (notizie sec. XIX seconda metà-sec. XX prima metà)

Datazione: ca. 1933

Materia e tecnica: ferro; ottone

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 90 cm x 110 cm x 142 cm

Collocazione

Saronno (VA), Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese

Riferimenti bibliografici

Dalmazzo G. "La tipografia : Storia, tecnica moderna, ed esercizio industriale dell'arte della stampa", Torino 1914

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2008)

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