Strumentario chirurgico per l'operazione della fistola anale - medicina e veterinaria

Brambilla Giovanni Alessandro; Malliard Joseph

Strumentario chirurgico per l'operazione della fistola anale - medicina e veterinaria

Descrizione

Scatola, priva di coperchio, rivestita di pelle rossa con decorazioni a secco lungo i bordi e foderata di velluto verde. Sul lato anteriore sono presenti, ai lati, due ganci che assicuravano la chiusura e, al centro, la parte inferiore della serratura. In essa sono posizionati, in appositi alloggiamenti (alcuni dei quali contornati da passamaneria dorata), strumenti e accessori utilizzati per l'incisione o l'asportazione della fistola anale.

Funzione: Gli strumenti contenuti nella cassetta sono sostanzialmente costituiti da una varietà di strumenti, in parte semplici e in parte composti (o da usare congiuntamente) impiegati nel trattamento della fistola anale, che poteva essere estirpata o semplicemente incisa. Sono presenti uno strumento messo a punto da Giovanni Alessandro Brambilla e numerosi siringotomi.

Notizie storiche: Il trattamento di questa patologia era stato descritto già da Aulo Cornelio Celso e, successivamente da famosi chirurghi tra Medioevo ed età moderna, quali Paolo d'Egina (VII sec. d.C.), Guglielmo da Saliceto (1210-1277), Fabrizio d'Acquapendente (1533-1619). Si usavano caustici, cauteri, coltelli per l'incisione della fistola o lunghi aghi per la sua estirpazione. Brambilla ricordava di avere spesso usato, in gioventù un lungo ago d'argento, insieme ad uno specillo solcato, per l'apertura della fistola, ma successivamente si era reso conto di alcuni incomodi dovuti a questo tipo di operazioni quali la difficoltà di torcere con forza lo strumento acuminato all'interno dell'ano al fine di agire sulla fistola asportandola. Lo strumento stesso che si utilizzava poteva rompersi nel corso dell'operazione. Brambilla aveva così messo a punto uno strumento specifico da utilizzare insieme allo specillo solcato. Lo strumento aveva innanzi tutto la caratteristica di non rischiare di incidere altre parti sane dell'intestino e di evitare inoltre la tensione delle parti da tagliare. Una volta posto lo strumento nella giusta posizione, infatti, si faceva aderire fermamente alla parte da tagliare e si poteva quindi introdurre il coltello. L'incisione era, secondo Brambilla, da preferire all'estirpazione, che poteva spesso risultare inutile o dannosa e solo raramente era necessaria. Brambilla conduceva preliminarmente una esplorazione della parte, raggiungendo la ferita con la punta di uno specillo. Per l'estirpazione si potevano impiegare uno specillo e un lungo ago d'argento. Aghi d'argento venivano anche impieati in combinazione con siringotomi (inserendo la punta del siringotomo nella cruna dell'ago).

Autore: Brambilla Giovanni Alessandro (progettista) (1728/ 1800); Malliard Joseph (costruttore) (1748/ 1814)

Tipologia: Pro fistula ani (XXVII )

Materia e tecnica: legno; pelle; velluto; avorio; acciaio; tartaruga; argento

Categoria: medicina e veterinaria

Misure: 34,6 cm x 43,5 cm x 6 cm

Collocazione

Pavia (PV), Museo per la Storia dell'Università

Riferimenti bibliografici

Brambilla G. A. "Ioan. Alexand. Brambilla ... Instrumentarium chirurgicum militare Austriacum", 1782

"Giovanni Alessandro Brambilla nella cultura medica del Settecento europeo", Milano 1980

Mostra storica "Mostra storica del libro e dello strumento di chirurgia : 14-17 ottobre 1973", 1973

Terenna G./ Vannozzi F. "Strumenti medici dei secoli XVIII-XIX", Siena 1997

"Ragguaglio degli strumenti chirurgici del secolo XVIII", Roma 1966

Bennion E. "Antique Medical Instruments", London 1980

Credits

Compilazione: Garbarino, Carla (2016)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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