Modello Leybold 586 81 Br 1 - apparecchio per la dimostrazione dell'effetto Hall - Fisica

Leybold-Heraeus GmbH

Modello Leybold 586 81 Br 1 - apparecchio per la dimostrazione dell'effetto Hall - Fisica

Descrizione

Questo dispositivo è costituito da una piastra metallica al cui centro è praticata un'apertura rettangolare. In quest'apertura è montato un sottile strato rettangolare d'argento collegato elettricamente con le boccole e il potenziometro inseriti sulla placca. Le boccole permettono l'inserzione della corrente trasversale continua di 20A e per il prelievo della tensione di Hall (circa 10µV). Il potenziometro girevole permette la regolazione del punto zero. Sul retro, i fili di collegamento e il meccanismo del potenziometro sono racchiusi in un coperchio metallico fissato alla placca. La placca è fissata ad uno stelo metallico.

Funzione: Questo dispositivo permetteva di mostrare l'effetto Hall, misurando il numero e il segno dei portatori di carica elettrica all'interno di corpi solidi. Per realizzare questa esperienza didattica, il dispositivo veniva utilizzato con l'elettromagnete (costruito con il trasformatore scomponibile per esperienze con bobine da 250 spire, le espansioni polari forate e una sorgente di tensione continua) e con un idoneo strumento di misura per la tensione di Hall (ad esempio un galvanometro a specchio fortemente smorzato).

Modalità d'uso: Nel dispositivo sperimentale veniva immessa una corrente in senso longitudinale attraverso lo strato d'argento. Contemporanemente si applicava un forte campo magnetico perpendicolarmente a tale strato e si misurava la differenza di potenziale tra due punti giacenti sul bordo dello strato stesso, ugualmente distanziati rispetto ai due lati della conduttura d'immissione della corrente. Quest'esperienza mostra la deviazione degli elettoni in maniera corrispondente a ciò che avviene nel tubo a raggio filiforme e tale da permettere il calcolo del numero dei portatori di carica per unità di volume.

Notizie storiche: Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano. L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente. Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti. Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale. Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica. I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori. Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti. Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china. I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione. Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali. Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione. Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario. Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.

Autore: Leybold-Heraeus GmbH (costruttore) (1967/ 1987)

Datazione: ca. 1967 - ca. 1994

Materia e tecnica: metallo; argento; materiale plastico

Categoria: fisica

Misure: 6 cm x 13 cm x 20,5 cm

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2008); Reduzzi, Luca (2008)

Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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