Modello Leybold 537 01 - reostato - Industria, manifattura, artigianato

E. Leybold's Nachfolger AG

Modello Leybold 537 01 - reostato - Industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Questo reostato è costituito da un cilindro in materiale isolante attorno al quale sono fissati gli avvolgimenti resistivi. Il corpo d'avvolgimento è fissato a due sostegni laterali. Le estremita degli avvolgimenti sono collegati a tre morsetti a boccola in bachelite, collocati sulle pareti esterne dei sostegni, necessari per i collegamenti ai dispositivi di alimentazione e misura. Nella parte superiore dei sostegni è inserita un'asta sulla quale scorre un cursore in materiale isolante sul quale è fissato un contatto con quattro lamelle in metallo che poggiano sugli avvolgimenti. Sulla parte superiore del rivestimento, una targhetta in metallo riporta alcuni dati tecnici dello strumento (resistenza massima 5000Ohm e corrente massima ammissibile 0,3A). I sostegni laterali, nella parte inferiore, terminano con delle zanche che permettono il fissaggio dello strumento ad un banco di lavoro. Probabilmente in origine era presente un rivestimento perforato in metallo che schermava i punti di contatto.

Funzione: Questo reostato poteva essere utilizzato come resistenza fissa e come resistenza variabile, probabilmente in un laboratorio didattico, per la verifica delle relazioni intercorrenti tra corrente elettrica e differenza di potenziale.

Modalità d'uso: Il reostato è una resistenza variabile che viene modificata spostando il cursore così da inserire o disinserire il numero di spire della bobina che vengono percorse dalla corrente.

Notizie storiche: Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano. L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente. Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti. Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale. Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica. I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori. Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti. Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china. I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione. Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali. Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione. Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario. Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.

Autore: E. Leybold's Nachfolger AG (costruttore) (1870/ 1967)

Datazione: ca. 1955

Materia e tecnica: ferro; bachelite

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 9 cm x 46 cm x 15 cm

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2008); Reduzzi, Luca (2008)

Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)

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