Stereoscopio Americano Serie T - visore stereoscopico - Industria, manifattura, artigianato

J. Fleury - Hermagis

Stereoscopio Americano Serie T - visore stereoscopico - Industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Questo dispositivo è costituito da una parallelepipedo in mogano con due sportelli apribili nella parte superiore. All'interno di uno dei due sportelli è inserito uno specchio rettangolare. Su una parete verticale troviamo due oculari in legno con lenti acromatiche e sulla parete opposta, in corrispondenza degli oculari, è presente un vetro smerigliato rettangolare. Ai lati due manopole in legno sono collegate al meccanismo interno a ribalta contenente le stereoscopie.

Funzione: Visione di lastre e fotografie stereoscopiche formato 8,5x17cm

Modalità d'uso: La visione della fotografia stereoscopica su cartoncino avviene tramite la luce riflessa dallo specchio fissato sulla ribalta superiore. La visione della lastra stereoscopica avviene in trasparenza, controluce. Guardando negli oculari, le lenti aiutano gli occhi a sovrapporre le due immagini e a percepirle come una sola, ottenendo in questo modo l'effetto di tridimensionalità. Ruotando le manopole laterali, ruota la rastrelliera contenente le stereoscopie ed è quindi possibile cambiare l'immagine da visionare.

Notizie storiche: La stereoscopia è una tecnica utilizzata soprattutto nel XIX secolo per ottenere l'illusione di un'immagine tridimensionale. I primi studi moderni sulla visione stereoscopica si devono a Wheatstone il quale si accorse che due immagini dello stesso soggetto riprese da due punti di vista leggermente differenti, guardate attraverso un dispositivo che permetteva a ciascun occhio di vederne una sola delle due, venivano poi ricomposte dal cervello come se fosse una sola immagine ma come se fosse in tre dimensioni. Nel 1849, David Brewster creò il primo visore stereoscopico: era costituito da una scatola con forma rastremata con due lenti dalla parte più stretta e l'immagine stereoscopica da quella opposta. All'interno un separatore permetteva ad ogni occhio di vedere una sola delle due immagini. Una delle prime presentazioni in pubblico di questa tecnica (utilizzando dagherrotipi stereoscopici) si ebbe alla Great Exhibition nel 1851. Inizialmente, per ottenere le stereoscopie, venivano fatte due riprese dello stesso oggetto con un apparecchio che veniva spostato di qualche centimetro lungo una guida. Successivamente vennero prodotti i primi apparecchi fotografici bioculari ovvero apparecchi con due obiettivi uguali montati affiancati che permettevano la ripresa simultanea delle due immagini (obiettivi stereo). Con l'introduzione delle macchine a soffietto anche gli apparecchi stereoscopici divennero portatili. Le stereoscopie venivano poi guardate con appositi visori le cui lenti aiutavano gli occhi a sovrapporre le due immagini e a percepirle come una sola (non si avevano più scatole con separatore in mezzo). Tra il 1850 e il 1870 vennero venduti migliaia di visori stereoscopici, anche economici, e milioni di stereoscopie, soprattutto di paesaggi, monumenti e ritratti. Le riprese stereoscopiche furono soprattutto appannaggio di fotografi professionisti e meno di amatori. Il commercio di immagini stereoscopiche di luoghi vicini e lontani e la moda dilagante fra le classi abbienti di collezionarne in grande quantità possono essere spiegati riconducendosi al desiderio di scoperta del mondo che caratterizza la seconda metà dell' '800. Il successo della fotografia stereoscopica proseguì fino al 1930 per riprendere brevemente negli anni '50 e '60. In quegli anni il View Master fu l'ultimo sistema stereoscopico largamente diffuso. Questo modello di stereoscopio Americano Fleury-Hermagis veniva venduto in Italia da ditte quali la Ditta Ganzini, Namias & C. di M. Ganzini e da Lamperti & Garbagnati entrambe di Milano.

Autore: J. Fleury - Hermagis (costruttore) (ante1863/ post 1908)

Datazione: ca. 1900 - ca. 1910

Tipologia: stereoscopio

Materia e tecnica: legno; vetro; metallo

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 30 cm x 29 cm x 41,5 cm

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

White R. "Discovering Old Cameras 1839 - 1939", Princes Risborough, UK 2001

Ganzini M. "Catalogo - Prezzo corrente per il 1903-1904 della Ditta Ganzini, Namias & C. di M. Ganzini", Milano 1903, p. 179

Fleury Hermagis "J. Fleury - Hermagis : Opticien Breveté", Parigi 1908, p. 22

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2008)

Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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