Pathé Baby Motocamera - cinepresa - industria, manifattura, artigianato

Pathé Frères

Pathé Baby Motocamera - cinepresa - industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Cinepresa in metallo di piccole dimensioni e rivestita in pelle, di forma parallelepipeda con bordi arrotondati e maniglia per il trasporto. All'interno dell'apparecchio si ha un motore con carica a molla Nella parte alta è inserito un mirino a traguardo che attraversa longitudinalmente tutto l'apparecchio e sotto al visore si ha il contametro. Sulla parete laterale sono inserite una farfalla per la carica della molla del motore contenuto all'interno, una rotella per l'avanzamento manuale della pellicola, una leva di blocco/sblocco dell'avanzamento che permette l'avvio della ripresa. L'altra parete laterale è incernierata su un lato ed apribile per consentire l'accesso al vano porta caricatore per la pellicola da 9,5mm, che si inserisce ad incastro nell'apposito fuso rotante. All'interno del coperchio due linguette curve in metallo fungono da compressore per tenere in posizione il caricatore. All'interno dello sportello è inserita un'etichetta riportante alcune indicazioni d'uso. In corrispondenza del punto dove scorre la pellicola, è inserita una guida che permette di far scorrere la pellicola dietro all'obiettivo Hermagis anastigmat 1:3,5 f=20mm. L'obiettivo, inserito nella parete frontale, è a fuoco fisso con diaframma a iride regolabile mediante una levetta posta sotto all'obiettivo stesso (aperture 3.5, 5, 7, 10, 14). Sotto all'obiettivo è presente una guida in metallo per l'inserimento del Pathexgraph ovvero un dispositivo in metallo che permette di posizionare davanti all'obiettivo della cinepresa un telaio contenente un foglio sul quale sono scritti i titoli del film.

Funzione: Cinepresa portatile per usi amatoriali. Molto semplice da usare, leggera, utilizzava pellicole formato 9,5mm racchiuse in caricatori contenenti 10m di pellicola, corrispondente a circa 25 m di pellicola standard (35mm) e quindi che permetteva riprese della durata di 83 secondi. Con una sola carica della molla si svolge tutto il film contenuto nel caricatore. L'obiettivo Hermagis in dotazione, impiegava lenti di avvicinamento ovvero per distanze di 0.5, 1, 2 metri. La cinepresa è una macchina che impressiona una sequenza di immagini fotografiche su una pellicola continua.

Modalità d'uso: Preparare la cinepresa inserendo il caricatore contenente la pellicola. Bloccare la molla e caricarla ruotando l'apposita farfalla. Inquadrare il soggetto desiderato, selezionare il diaframma scelto, sbloccare la molla ed effettuare la ripresa. La pellicola va poi fatta sviluppare in un laboratorio fotografico prima della visione mediante un proiettore.

Notizie storiche: Il primo spettacolo a pagamento della storia del cinema fu tenuto dai fratelli Lumiere a Parigi nel 1895 ed usava una pellicola da 35mm. Questa pellicola veniva prodotta dalla Eastmann Kodak con quattro perforazioni rettangolari poste sui lati di ciascun fotogramma, che inizialmente aveva dimensioni 18x24m. Venne utilizzato soprattutto per riprese e proiezioni professionali. Successivamente vennero prodotti diversi formati sia più grandi che ridotti rispetto a questo. I più grandi come il 70mm, per immagini più luminose e proiezioni su schermi più grandi, i più piccoli per questioni economiche a d uso amatoriale. In generale bisogna anche ricordare che il più grande passo avanti rispetto all'uso amatoriale di cineprese e proiettori venne fatto con l'avvento delle pellicole in acetato in sostituzione di quelle in nitrato, altamente infiammabile. I formati ridotti che ebbero maggiore diffusione furono il 9.5mm, il 16mm, l'8mm in tutte le sue varianti e il Super 8. Il formato 9.5mm della Pathé, introdotto nel 1922, aveva perforazione al centro del fotogramma e questo massimizzava l'area disponibile della pellicola. Però queste pellicole perforate al centro si danneggiavano e rompevano più facilmente di quelle alle estremi. Furono le prime pellicole economiche e di ampia diffusione. Furono anche le prime pellicole invertibili ovvero che in fase di sviluppo divenivano direttamente positive sulla stessa pellicola ed erano quindi proiettabili. Negli stessi anni, la Kodak introdusse sul mercato il formato 16mm (in bianco e nero nel 1923 e a colori nel 1935 con le pellicole Kokachrome) di solito venduto in bobine da 30m. Fu un formato, nato per gli amatori ma un po' caro ed infine utilizzato soprattutto per documentari, per l'industria, per la TV. Inizialmente le pellicole 16mm erano forate su entrambi i lati, successivamente una riga di perforazioni venne tolta per inserire il sonoro (anni '60). Già nel 1929 si ebbero comunque i primi film con il sonoro. Il formato 16mm era troppo caro per l'amatore così venne ideato l'8mm (Regular 8) nel 1932: una pellicola 16mm venne tagliata a metà e il numero di perforazioni raddoppiato. Negli anni '30 nacquero anche le pellicole Single 8 (prodotte dalla Fuji), con perforazioni più piccole e quindi area disponibile più ampia, e Double 8 in cui la pellicola da 16mm veniva utilizzata prima in un senso e poi nell'altro e poi tagliata a metà longitudinalmente. Il successo delle pellicole 8mm fu dovuto al prezzo contenuto e all'ampia diffusione che permettevano di acquistarle e svilupparle facilmente. Si diffusero anche numerosi film (ad esempio di Chaplin), cartoni animati, ecc. Nel 1935 venne anche introdotto un nuovo sistema di caricamento delle cineprese, quello a cartuccia. Intorno al 1965 nasce la pellicola Super 8, con perforazioni ancora più piccole e 15m di pellicola racchiusa in caricatori in plastica di facile uso. I formati 8mm potevano essere arricchiti da bande magnetiche contenenti il sonoro applicate sulle pellicole sviluppate. Nel 1973 nasce invece il Super8 Sonoro con banda magnetica per la registrazione simultanea. Le cineprese e i proiettori seguirono l'evoluzione delle pellicole, diventando sempre più piccoli e maneggevoli, adattandosi ai nuovi formati disponibili (alcuni proiettori potevano leggere tutti i formati 8mm). Dal punto di vista tecnico l'evoluzione di obiettivi, diaframmi, otturatori, telemetri, ottiche porterà ad apparecchi sempre più accessoriati ma anche di facile uso soprattutto per il cineasta amatoriale. La massima diffusione delle ultime cineprese Super 8 si ebbe tra il 1980 e il 1982. Nel 1985 la produzione cessò a causa dell'avvento del nastro magnetico. Oggi a sua volta superato dalle videocamere digitali. La Motocamera Pathé Baby nasce dall'esigenza di realizzare una cinepresa portatile, ben fatta, di facile carica anche in condizioni di luce, sempre pronta all'uso, facile da usare ed economica sia per l'acquisto che per le pellicole utilizzate. Utilizzava per questo pellicole 9,5mm in caricatori e le regolazioni durante l'uso si limitavano alla scelta del diaframma per la quale era anche stato predisposto un "posografo" che suggeriva il diaframma da usare a seconda delle condizioni di luce e del tipo di ripresa.

Autore: Pathé Frères (costruttore) (1896 ca./ 1929 ca.)

Datazione: ca. 1928

Tipologia: motocamera a doppio dente

Materia e tecnica: metallo; pelle; vetro

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 7 cm x 11 cm x 11.5 cm

Peso: 1.4 kg

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Price Guide "Price Guide to Antique & Classic Cameras 1995 - 1996", Grantsburg, USA 1994, p. 466

Cauda E. "La cinematografia per tutti : Guida pratica per cinedilettanti", Roma 1931, pp. 49-64

Reyner J. H. "Cine-Photography for Amateurs", Londra 1931, pp. 30-34

Futurinsieme Percorso "Futurinsieme : Percorso storico di tecnologie cinematografiche e televisive in vista di un futuro comune", Milano 1986, pp. 20-21

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2008)

Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)

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